F di Federico
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Finito l'SA1 il nostro gruppo di tavolari è deciso ad organizzarsi una gita in autonomia.
Con il caldo della settimana le opzioni si sono ristrette, optiamo per cima Vioz che ci permette di non dovere partire troppo presto e la cui discesa verso nord dovrebbe mantenere la neve sostanzialmente buona anche in caso dovessimo attardarci in salita.
Siamo in sette, saliamo verso Cogolo con due macchine. Una la portiamo a Malga mare. Il parcheggio alla centrale dell'Enel è già pieno alle 7.15 della mattina, troviamo un posticino lungo la strada.
Poi tutti a Pejo Fonti, colazione e biglietti per la telecabina del primo troncone e del successivo, quello nuovo di Pejo 3000. Dall'arrivo si scende lungo la pista per lasciarla dopo la prima curva e fare un traverso fastidioso (la neve a sud già inizia a mollare) fino all'imbocco del vallone che conduce in rapida e costante salita al rifugio Mantova al Vioz.
Il vallone si percorre al centro piegando verso Nord e risalendo a zig-zag il lungo canale che a.3400 ca. si divide. Noi restiamo a dx, è più diretto, e poi su dritti fino all'insellatura da dove, in breve, si giunge in vetta. Io ce l'ho fatta con le ciaspole a portarmi alla croce di vetta, la neve era buona ma qualcuno ha preferito usare i ramponi il tratto finale è ripido, gli sciatori tolgono i loro attrezzi.
E' raccomandato avere oltre i ramponi anche la picca. Noi avevamo tutti anche l'imbrago e qualche poveraccio si è portato 60 metri di corda (che per fortuna non abbiamo dovuto utilizzare). Tutto il percorso era in ottime condizioni.
Dalla cima la vista è di quelle che mozzano il fiato.
Lasciamo la salita alle nostre spalle, scavalchiamo la facile cresta, riposo meritato e contemplazione ognuno per i cavoli propri.
Si parte. Palon della mare, Gran Zebrù e Cevedale stanno li a guardarci. I primi metri sono già tracciati ma troviamo spazio anche noi. C'è polverella. Mano a mano che scendiamo la neve diventa più bagnata, comunque godibile. Arriviamo ad un avvallamento morenico, abbiamo il timore di dovere spingere e quindi decidiamo di non percorrere la via di sinistra scelta da tutti. Troppo esposta al sole, rischio di impantanarsi. Stiamo a destra, scelta fortunata, la neve fa filare diritte le tavole fino al canale finale che è in ombra e rimane anche esso sciabile.
Usciti dal canale resta solo il boschetto, prendiamo la traccia di chi ci ha preceduto pena l'affondamento :-?
Siamo al ponticello. Togliamo tutto, l'unica ragazza del gruppo scrocca un passaggio per due fino a Cogolo ad un fotografo argentino. Recuperiamo la macchina. Togliamo gli scarponi. Birra. Sorrisi. Evviva.
La mappa (Arancio:impianti Rosso:salita Blu:discesa)
Linea di salita. In alto a destra il rif. Mantova
C'è caldo...
Si suda
Arrivo e mollo tutto per terra
La vista dall'alto dei 3645
Arrivano le altre formichine
La croce di vetta che guarda la valle in basso
Arrivano con un po' di ritardo...
...ecco il perchè
Qualcuno con noi scia, ebbene si
qualcuno si fa i ca**i suoi
Ecco la parte alta, stiamo a destra
C'è un bel sole e si divertono tutti
La discesa è sicura
Manu va a cercarsi qualche linea vergine
La trova e va fin giù
Dal basso
La linea di discesa e il traverso. Qui manca ancora il canale finale
La primavera pare già inoltrata
Con il caldo della settimana le opzioni si sono ristrette, optiamo per cima Vioz che ci permette di non dovere partire troppo presto e la cui discesa verso nord dovrebbe mantenere la neve sostanzialmente buona anche in caso dovessimo attardarci in salita.
Siamo in sette, saliamo verso Cogolo con due macchine. Una la portiamo a Malga mare. Il parcheggio alla centrale dell'Enel è già pieno alle 7.15 della mattina, troviamo un posticino lungo la strada.
Poi tutti a Pejo Fonti, colazione e biglietti per la telecabina del primo troncone e del successivo, quello nuovo di Pejo 3000. Dall'arrivo si scende lungo la pista per lasciarla dopo la prima curva e fare un traverso fastidioso (la neve a sud già inizia a mollare) fino all'imbocco del vallone che conduce in rapida e costante salita al rifugio Mantova al Vioz.
Il vallone si percorre al centro piegando verso Nord e risalendo a zig-zag il lungo canale che a.3400 ca. si divide. Noi restiamo a dx, è più diretto, e poi su dritti fino all'insellatura da dove, in breve, si giunge in vetta. Io ce l'ho fatta con le ciaspole a portarmi alla croce di vetta, la neve era buona ma qualcuno ha preferito usare i ramponi il tratto finale è ripido, gli sciatori tolgono i loro attrezzi.
E' raccomandato avere oltre i ramponi anche la picca. Noi avevamo tutti anche l'imbrago e qualche poveraccio si è portato 60 metri di corda (che per fortuna non abbiamo dovuto utilizzare). Tutto il percorso era in ottime condizioni.
Dalla cima la vista è di quelle che mozzano il fiato.
Lasciamo la salita alle nostre spalle, scavalchiamo la facile cresta, riposo meritato e contemplazione ognuno per i cavoli propri.
Si parte. Palon della mare, Gran Zebrù e Cevedale stanno li a guardarci. I primi metri sono già tracciati ma troviamo spazio anche noi. C'è polverella. Mano a mano che scendiamo la neve diventa più bagnata, comunque godibile. Arriviamo ad un avvallamento morenico, abbiamo il timore di dovere spingere e quindi decidiamo di non percorrere la via di sinistra scelta da tutti. Troppo esposta al sole, rischio di impantanarsi. Stiamo a destra, scelta fortunata, la neve fa filare diritte le tavole fino al canale finale che è in ombra e rimane anche esso sciabile.
Usciti dal canale resta solo il boschetto, prendiamo la traccia di chi ci ha preceduto pena l'affondamento :-?
Siamo al ponticello. Togliamo tutto, l'unica ragazza del gruppo scrocca un passaggio per due fino a Cogolo ad un fotografo argentino. Recuperiamo la macchina. Togliamo gli scarponi. Birra. Sorrisi. Evviva.
La mappa (Arancio:impianti Rosso:salita Blu:discesa)

Linea di salita. In alto a destra il rif. Mantova

C'è caldo...

Si suda

Arrivo e mollo tutto per terra

La vista dall'alto dei 3645

Arrivano le altre formichine

La croce di vetta che guarda la valle in basso

Arrivano con un po' di ritardo...

...ecco il perchè

Qualcuno con noi scia, ebbene si

qualcuno si fa i ca**i suoi

Ecco la parte alta, stiamo a destra

C'è un bel sole e si divertono tutti

La discesa è sicura

Manu va a cercarsi qualche linea vergine

La trova e va fin giù

Dal basso

La linea di discesa e il traverso. Qui manca ancora il canale finale

La primavera pare già inoltrata

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