Corto raggio e serpentina: come è difficile!!!
Il corto raggio sul ripido è proprio una bestia nera, specialmente per chi ha iniziato a sciare dopo l'avvento dei carving e non ha una "storia" di guida attiva dello sci...
Ecco un bell'articolo della Jam Session su questa difficile condizione di sciata. Personalmente in caso di neve ghiacciata o molto dura faccio talmente tanta fatica che preferisco fermarmi, aspettare si svuoti la pista e poi scendere alla azzo dritto per dritto. Quando c'è pappa invece mi diverto.
Buona lettura!
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Come faccio a controllare la velocità in serpentina sul ripido?
Questa una delle domande più frequenti...
Il corto-raggio è veramente un osso duro per molti sciatori, ma è poi così difficile?
È proprio così. Accade molto spesso che sciatori anche esperti, o ritenuti tali perché sanno tirare discretamente bene le curve in conduzione su terreni medio facili, siQuesta una delle domande più frequenti...
Il corto-raggio è veramente un osso duro per molti sciatori, ma è poi così difficile?
trovino in difficoltà non appena devono affrontare un pendio ripido, peggio ancora se un po’ sconnesso, peggio ancora se con neve fresca.
A questo punto, piccola imprecazione, commento sulla neve che non è bella, sugli sci che non sono adatti (balle!...) dietro front e ricerca di un rassicurante e ben battuto falso-piano dove sentirsi i re dello spigolo.... ma con la coscienza un po’ sporca e una domanda: perché non riesco a girare e a controllare la velocità quando mi trovo sul ripido, sullo sconnesso o in neve fresca?
Usciamo quindi dai discorsi tecnici sulle curve in conduzione, solitamente rivolti all'esecuzione di archi medi o ampi su terreni di media pendenza ed occupiamoci di curve a raggio ridotto, sul ripido. Perché se è vero che le belle curve sugli spigoli, le tracce a binario, l'ebbrezza delle velocità e delle centrifughe sono gli obiettivi più gettonati dagli sciatori di livello medio-avanzato, è anche vero che il corto-raggio non può non far parte del repertorio di un buon sciatore e non è lecito considerarsi tale se non si padroneggia questo tipo di curva su ogni tipo di terreno.
In pieno periodo di settimane bianche e di piste piuttosto affollate diventa poi una questione vitale ed un modo per godersi veramente le più belle piste. Curve strette quindi, ritmiche e con un sicuro controllo della velocità, questi gli obiettivi. Reattività,
coordinazione, rapidità di decisione, rapidità di recupero dell’equilibrio, capacità di prevenzione delle accelerazioni sono le qualità richieste, quelle sicuramente da sviluppare per migliorare la nostra prestazione e la nostra ed altrui sicurezza.
È più facile di quanto non possa sembrare. Ognuno di noi ha in sé delle insospettabili doti e riserve di destrezza, deve prenderne coscienza, imparare a servirsene. Risvegliare la destrezza (se ricerchiamo su Google «destrezza» o «destrezza nello sci alpino» si trova una grande quantità di informazioni) deve essere l’obiettivo primario dello sciatore e del maestro, più ancora che arrovellarsi su problemi tecnici. È una medicina che produce anche una rinnovata fiducia nei propri mezzi. E la destrezza acquisita in situazioni difficili e sequenze di curve strette predisporrà ad essere destri e rapidi nelle reazioni
anche quando faremo conduzione.
Nello sci abbiamo un po’ tutti il vizio di preoccuparci troppo della tecnica e poco dello sviluppo e dello sfruttamento massimo delle nostre qualità motorie, accade così che in molte situazioni basterebbe tirar fuori un po’ di grinta, di determinazione, insomma... darsi una bella sveglia. Detta così sembra voler farla un po’ troppo facile, ma dato che la destrezza è il trovare soluzioni adeguate per risolvere rapidamente e coerentemente problemi contingenti, «darsi una sveglia» può essere il termine giusto.
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