Ormai stregato dalle Dolomiti di Sesto, eccomi di nuovo in loco con Jospeh.
Sabato siamo andati a fare la Lavina dei Scarperi, un’altra gita in agenda da tempo, in quanto mi sembrava particolarmente adatta alle mie preferenze, oltre ad essere in un gran bel posto.
Sulla carta appare come un lungo canalone abbastanza ripido, abbastanza largo ma anche incassato tra pareti di roccia, esposto a NNW…
viste le condizioni trovate una settimana prima nel canalone Witzenmann speravo di riuscire a trovare ancora un po’ di neve buona…
In realtà il canalone non è molto riparato dai venti da N e presentava parecchie tracce e moltissimi danni fatti dal vento…che anche sabato veniva un po’ da tutte le parti…..nella parte bassa soffiava un vento di tipo “catabatico” ovvero di caduta lungo il pendio che riportava un po’ di neve sulle tracce e rendeva molto difficile la salita….
salita che è stata durissima per entrambi in quanto le pelli tenevano poco sulle vecchie tracce, in molti punti si scivolava e in molti altri la crosta cedeva…insomma un vero calvario
In alto invece il vento veniva dalla direzione opposta e causava un fastidiosissimo trasporto di granelli di neve dura in faccia, oltre a metterci a dura prova causa wind chill (e meno male che doveva scaldare di brutto!)
Prima parte della salita
Canalone Comici: pare che la neve non abbia voluto rimanerci attaccata! (meno male che l’obiettivo di giornata non è stato lui, avremmo avuto lo zaino molto più pesante per niente!)
A circa metà salita, sullo sfondo la Rocca dei Baranci
Messi i rampanti più per aumentare il grip che per problemi di tenuta di spigolo le cose sono migliorate parecchio, ma il dislivello orario è rimasto bassino
La Lavina dei Scarperi termina a circa 2500 m in un piccolo anfiteatro pianeggiante, molto suggestivo, dove il panorama si estende dalle Marmarole, alle Tre Cime, al Cristallo, alle altre cime delle Dolomiti di Sesto e molto altro ancora….la bellezza del posto ci ha fatto dimenticare quasi completamente la grande fatica fatta fino a quel momento
Da lì si può salire ulteriormente verso la Forcella Lavina Bianca, che da sotto ci appariva come uno stretto canalino terminante in una forcellina ripida, stretta, forse sbarrata da un piccolo salto di roccia negli ultimi metri.
Dall’anfiteatro siamo saliti ancora un po’ con le pelli; nel punto di inizio del canalino ripido sulla destra si diramavano delle tracce….a noi sembravano di discesa….ma che non sembravano portare da nessuna parte….per di più erano su pendii esposti…
Abbiamo quindi deciso di salire il canalino
A circa 50 m dalla forcellina abbiamo trovato un altro “bivio”: sulla destra si vedeva una forcellina più facile da raggiungere dell’altra, per di più anche qui a dx era tracciato e a sx sembrava di no…siamo andati a dx,
raggiungendo un punto della cresta morfologicamente non ben definito….
tanto più che anche qua le tracce continuavano, forse verso (o da?) il Lastron dei Scarperi, ma erano ancora più esposte di prima….
Stanchi e stressati dal vento siamo scesi per la via di salita
Nel primo canalino la neve era duretta ma facilmente sciabile
Il pendio sopra l’anfiteatro non era male, ho contato ben 8 curve sul morbido prima di beccare groppi e croste (un lusso!)
La Lavina era un disastro, i primi 200 m un mix di tracce vecchie e croste, si salvava solo il metro di bordo tra il pendio di sx e il canale valanghivo di dx, nel quale poi per fortuna abbiamo trovato un “filone” di nevina riportata dal vento di caduta e ci siamo salvati abbastanza
La parte finale non era male, con neve “zuccherosa”, anche se qualche crostina e molti dossi (mughi non del tutto coperti)
Ricapitolando una bella gita, particolarmente adatta ai tavolari o a chi cerca belle discese, in pratica sono 1400 m di dislivello completamente “utile”; il problema è che probabilmente è difficile trovare questo pendio sicuro con bella neve….
Sabato siamo andati a fare la Lavina dei Scarperi, un’altra gita in agenda da tempo, in quanto mi sembrava particolarmente adatta alle mie preferenze, oltre ad essere in un gran bel posto.
Sulla carta appare come un lungo canalone abbastanza ripido, abbastanza largo ma anche incassato tra pareti di roccia, esposto a NNW…
viste le condizioni trovate una settimana prima nel canalone Witzenmann speravo di riuscire a trovare ancora un po’ di neve buona…
In realtà il canalone non è molto riparato dai venti da N e presentava parecchie tracce e moltissimi danni fatti dal vento…che anche sabato veniva un po’ da tutte le parti…..nella parte bassa soffiava un vento di tipo “catabatico” ovvero di caduta lungo il pendio che riportava un po’ di neve sulle tracce e rendeva molto difficile la salita….
salita che è stata durissima per entrambi in quanto le pelli tenevano poco sulle vecchie tracce, in molti punti si scivolava e in molti altri la crosta cedeva…insomma un vero calvario
In alto invece il vento veniva dalla direzione opposta e causava un fastidiosissimo trasporto di granelli di neve dura in faccia, oltre a metterci a dura prova causa wind chill (e meno male che doveva scaldare di brutto!)
Prima parte della salita

Canalone Comici: pare che la neve non abbia voluto rimanerci attaccata! (meno male che l’obiettivo di giornata non è stato lui, avremmo avuto lo zaino molto più pesante per niente!)

A circa metà salita, sullo sfondo la Rocca dei Baranci

Messi i rampanti più per aumentare il grip che per problemi di tenuta di spigolo le cose sono migliorate parecchio, ma il dislivello orario è rimasto bassino
La Lavina dei Scarperi termina a circa 2500 m in un piccolo anfiteatro pianeggiante, molto suggestivo, dove il panorama si estende dalle Marmarole, alle Tre Cime, al Cristallo, alle altre cime delle Dolomiti di Sesto e molto altro ancora….la bellezza del posto ci ha fatto dimenticare quasi completamente la grande fatica fatta fino a quel momento

Da lì si può salire ulteriormente verso la Forcella Lavina Bianca, che da sotto ci appariva come uno stretto canalino terminante in una forcellina ripida, stretta, forse sbarrata da un piccolo salto di roccia negli ultimi metri.
Dall’anfiteatro siamo saliti ancora un po’ con le pelli; nel punto di inizio del canalino ripido sulla destra si diramavano delle tracce….a noi sembravano di discesa….ma che non sembravano portare da nessuna parte….per di più erano su pendii esposti…
Abbiamo quindi deciso di salire il canalino


A circa 50 m dalla forcellina abbiamo trovato un altro “bivio”: sulla destra si vedeva una forcellina più facile da raggiungere dell’altra, per di più anche qui a dx era tracciato e a sx sembrava di no…siamo andati a dx,

raggiungendo un punto della cresta morfologicamente non ben definito….

tanto più che anche qua le tracce continuavano, forse verso (o da?) il Lastron dei Scarperi, ma erano ancora più esposte di prima….
Stanchi e stressati dal vento siamo scesi per la via di salita
Nel primo canalino la neve era duretta ma facilmente sciabile


Il pendio sopra l’anfiteatro non era male, ho contato ben 8 curve sul morbido prima di beccare groppi e croste (un lusso!)

La Lavina era un disastro, i primi 200 m un mix di tracce vecchie e croste, si salvava solo il metro di bordo tra il pendio di sx e il canale valanghivo di dx, nel quale poi per fortuna abbiamo trovato un “filone” di nevina riportata dal vento di caduta e ci siamo salvati abbastanza

La parte finale non era male, con neve “zuccherosa”, anche se qualche crostina e molti dossi (mughi non del tutto coperti)

Ricapitolando una bella gita, particolarmente adatta ai tavolari o a chi cerca belle discese, in pratica sono 1400 m di dislivello completamente “utile”; il problema è che probabilmente è difficile trovare questo pendio sicuro con bella neve….