[TRK-ALP] Cima Tosa - Dolomiti di Brenta - 06/09/2009

e.frapporti

DURACELL
e anche quest'anno è giunto il momento di tornare sul mio primo grande amore: le bellissime Dolomiti di Brenta. Grazie a loro 18 anni fa iniziai ad andare in montagna e da allora ci torno almeno una volta l'anno.

'sta volta siamo in 5: io, Petra, papà Antonio, mia sorella Francesca e Flavio.

Il programma è la conquista di cima Tosa (per la via normale) che con i suoi 3.173 mt. è il punto più alto di tutto il gruppo di Brenta. Punto di partenza il Rif. Al Cacciatore (1810 mt.) nella splendida conca prativa della Val d'Ambiez, la via d'accesso meridionale alle alte vie ed alle cime.

la mappa con il nostro percorso (in verde)
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Partiamo alle 6.00 in punto dal rifugio dove abbiamo pernottato.
La prima tappa sarà il rifugio Agostini salendo per il sentiero Dallago (segnavie n. 325) un facile e bel sentiero tra mughi, prati, dal quale ci godiamo l'incedere della luce del giorno nel cielo e sulle vette che contornano magnificamente la valle.

il sole comincia ad illuminare la dolomia
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sul facile sentiero 325 verso il rif. Agostini
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Lungo il sentiero un tarlo si insinua nella mia testa. < e se salissimo per la via Migotti anzichè dalla normale?> Mi ero informato l'anno scorso: sono circa 250-300 mt. di dsl di cui circa 100 di II grado ed i restanti di I grado, l'unico problema è che la roccia da scalare è molto friabile ed il rischio di scaricare sassi su chi ci segue, o prenderseli in testa da chi ci precede, è alto.

il rif. Agostini
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arrivati all'Agostini vado a chiedere informazioni sulle condizioni della Migotti al gestore del rifugio che mi ribadisce i rischi della friabilità della roccia ma mi dice anche è pulita dalla neve.
Noi non siamo attrezzati al meglio per una via del genere (avevo in programma la normale) in particolare ho fatto lasciare a casa i caschetti (solo Flavio non mi ha ascoltato) ed io non ho molto per attrezzare eventuali soste, ma l'occasione è ghiotta e non voglio lasciarmela sfuggire così la decisione è presa: si fa la Migotti.

Dopo l'Agostini si prende il sentiero Brentari (n. 358) che conduce attraverso i bordi di un ghiaione alla vedretta (ghiacciaio, per chi non conoscesse il termine) d'Ambiez.

i ghiaioni verso la vedretta d'Ambiez
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papà e sorella, sullo sfondo sempre l'Agostini e la val d'Ambiez
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Dopo il ghiaione si scalano le rocce a lato della vedretta grazie anche a dei tratti attrezzati per montare sul ghiacciaio più in alto possibile.
il sentiero Brentari (358) è a tratti attrezzato
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Sulla vedretta lasciamo le tracce del sentiero attrezzato Brentari, che si dirigono alla ferrata per la bocchetta della Tosa (dalla quale scenderemo), per seguire le tracce che conducono alla Bocca d'Ambiez, punto di partenza della via Migotti.

sulla vedretta d'Ambiez
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il ghiacciaio si fa sempre più ripido ma senza raggiungere pendenze realmente difficoltose e noi lo percorriamo facilmente senza ramponi.
Per gli ultimi 50 mt. è necessario uscire dalla vedretta e percorrere una ferrata fino alla 2° tappa: la bocca d'Ambiez.

per guadagnare la bocca d'Ambiez c'è una ferrata (50 mt. di dislivello)
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Sul piccolo spazio pianeggiante della bocchetta allestisco la cordata con il poco materiale di cui dispongo. Una cordata per nulla ortodossa, siamo in 5, ma visto la bassa difficoltà della via dovrebbe bastare.
Grazie ad una coppia di alpinisti che ci precedono non ho dubbi sull'attacco della via. Li lasciamo andare avanti il più possibile visto che noi siamo senza caschi e non sarebbe bello prendersene qualcuno in testa (e abbiamo fatto bene perchè ad un certo punto hanno tirato giù una scarica che ci avrebbe fatto molto male)

Finalmente tocca a noi, si parte su una parete molto appoggiata ma abbastanza esposta sulla Vedretta dei Camosci. difficoltà II grado.

la cordata sui 100 mt. di II grado, a sinistra la bocca d'Ambiez illuminata dal sole
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Faccio 3 tiri di corda da 25-30 mt. attrezzando solo le soste e non le protezioni con delle fettucce o cordini sui numerosi spuntoni disponibili. Col 4 tiro si esce su un crestone.

un bel terrazzino panoramico al termine del primo tratto della via Migotti
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Qui su una cengetta aggiriamo la costola rocciosa per riprendere l'arrampicata
passiamo al sole per l'ultimo tiro di corda
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la difficoltà è ormai scesa a I grado ma vista l'esposizione e la pendenza preferisco fare ancora un tiro di corda con soste.

Poi la Migotti (segnata con tracce rosse abbastanza bene) si infila del famoso colatoio di roccia friabile che conduce fino in vetta (non proprio la vetta a dire il vero)
nel colatoio, da qui in poi procediamo in conserva
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nel colatoio, sguardo verso l'alto
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Dopo un altro centinaio di metri decido che non è più il caso di procedere legati perché ormai la corda porta più svantaggi (faceva cadere sassi) che vantaggi
Ci aspettano altri 50-60 mt. di delicate roccette dove la cosa più impegnativa è evitare di smuovere rocce e sassi. Naturalmente tutto va bene.

uscendo dal colatoio a destra si sale su una breve cresta per concludere la salita
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Petra all'uscita dalla via Migotti
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non poteva mancare la fotoricordo
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ma per conquistare la vetta manca ancora un passeggiata sulla vedretta sommitale
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eccoci tutti in vetta
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è già ora di scendere (dalla via normale)
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non è proprio una passeggiata (qualche passaggio di I grado)
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arriviamo alla calata in corda doppia
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la sosta per la calata (già attrezzata)
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Petra si gode un suntuoso panorama (dietro di lei è evidente il Campanil Basso)
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Francesca (sorella) e Antonio (papà), sullo sfondo la discesa appena fatta
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Petra ci precede sulla cengia attrazzata del sentiero Brentari
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vista grandiosa sulla Val d'Ambiez
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dopo la Bocchetta della Tosa si scende in picchiata sulla Vedretta d'Ambiez
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le scale a pioli sono numerose (tipico delle ferrete del Brenta)
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la Bocca d'Ambiez, di là siamo passati poche ore prima
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si continua a scendere
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finalmente mettiamo i piedi sulla vedretta
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sulla vedretta ben ricoperta di neve si scende che è un piacere
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ce la sciamo il più possibile (pensando al prosismo inverno)
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il bello della gita è ormai alle spalle
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il bel sentiero verso il rif. Al Cacciatore
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Commenti: gita davvero bella e di soddisfazione (almeno per chi come me è ancora a livelli alpinistici bassi), i quasi 1400 mt. di dislivello non si sentono nemmeno per via della varietà delle situazioni che si incontrano (prati, ghiaioni, vedrette, ferrate, facile arrampicata, calata in doppia). Facile ma non banale, da affrontare con un minimo di conoscenze e attrezzature alpinistiche, per chi fosse abituato ad arrampicare potrebbe affrontare la Migotti anche slegato. Le dolomiti di Brenta si confermano tra le più belle in assoluto.
 
Ultima modifica:
Davvero un bellissimo giro!! Complimenti davvero! I tuoi report estivi mi sono piaciuti davvero tutti e questo è forse il più bello :D!!!
 
bravo! bel report e bella escursione.:D
sono le escursioni che vorrei fare io, ma la cosa che mi spaventa è sempre la responsabilità di avere con me persone meno esperte (io lo sono poco da un punto di vista alpinistico, pur avendo molta esperienza di montagna..)
verrà il tempo in cui sarò abbastanza tranquillo da portare altri con me...
 

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bellissima ascensione in cui si inizia ad assaporare il sapore "alpinistico"! ...il livello si alza, bravo!

ottimo report..... questa cima me la tengo buona per una prossima occasione

...unica critica: i caschetti!!!! in quelle situazione basta molto poco per far cadere una scarica e farsi male! anche salendo e scendendo per la normale sarebbero stati necessari

ma la normale, nel tratto che siete scesi in doppia, che grado di difficoltà ha?

mi ricordo che c'ero passato una decina d'anni fa, ero tentato di farla (avevo solo attrezzatura da ferrata) ma poi rinunciai
 
...unica critica: i caschetti!!!! in quelle situazione basta molto poco per far cadere una scarica e farsi male! anche salendo e scendendo per la normale sarebbero stati necessari
critica giusta, se avessi preventivato di fare la via Migotti l'avrei portato e fatto portare certamente.

Per la normale: il tratto più esposto a scariche sarebbe la ferrata Brentari nel tratto vedretta d'Ambiez-bocchetta della Tosa-cengia successiva.
La via per la Tosa ha un'unico tratto ripido e quidi a rischio sassi: è un breve camino da 25 metri.
Dopo averci pensato su, sulla base di una quasi ventennale esperienza di dolomiti, ferrate e Brenta in particolare, ho deciso di lasciare i caschi a casa ben sapendo di rischiare un po' ma ritenendolo un rischio accettabile.

Forse più grande ancora sarebbe la tua critica se le foto avessero evidenziato che, a parte Flavio, nessuno di noi ha usato cordini e moschettoni in ferrata (a parte che in un paio di occasioni) sebbene ne fossimo dotati (non dei kit omologati comunque) :D. Non l'abbiamo fatto per sfida o chissà cos'altro ma semplicemente perché ci sentivamo sicuri e a nostro agio così.
Non voglio però innescare polemiche, anzi raccomando a tutti di affrontare la montagna e le ferrate in particolare con tutta l'attrezzatura del caso.

ma la normale, nel tratto che siete scesi in doppia, che grado di difficoltà ha?
l'ho fatta l'anno scorso. Si sale per un "camino" che per 20-25 mt. ha difficoltà III grado. con un paio di fittoni dove, volendo, ci si può proteggere. poi quando arrivi alla sosta (la stessa della doppia) puoi recuperare gli altri.
 
per chiarire meglio il passaggio chiave della via normale:
ho guardato meglio le foto e rettifico parzialmente la traccia che ho disegnato prima.

ecco nel dettaglio due immagini esplicative
dettaglio passaggio chiave via normale
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dettaglio passaggio chiave via normale 2
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Complimenti e.frapporti, cima bellissima la Tosa, soprattutto con una giornata così!!:D:D

Maaaa....la foto che dici di vetta, è la vetta vetta attuale?!!??:shock::shock:
No, perchèee...io l'ultima volta ci sarò stato un dieci anni fa, ma quella volta la cima era di neve!!:shock: Vorrai mica dirmi che si è sciolta tutta?!??:paura::paura:
 
Maaaa....la foto che dici di vetta, è la vetta vetta attuale?!!??:shock::shock:
No, perchèee...io l'ultima volta ci sarò stato un dieci anni fa, ma quella volta la cima era di neve!!:shock: Vorrai mica dirmi che si è sciolta tutta?!??:paura::paura:

della vedretta sommitale è rimasto ben poco (quella che si vede in una foto che ho messo è praticamente tutto ciò che rimane) poi io come vetta "ufficiale" ho indicato il punto dove c'è la Madonnina, dove tutti arrivano e si fanno le fotoricordo, magari quando la neve ricopriva tutto si considerava il dosso più alto di neve ... boh!

vedretta sommitale
43702-tosa-vedretta-sommitale.jpg

questa è una foto scattata dalla Madonnina verso sud
 
come al solito complimenti Emmanuele... :clap: report esaustivo ed esplicativo... :D

terribile vedere come si è ridotta la vedretta della Cima Tosa... :( ma purtroppo era inevitabile... del resto è un ghiacciaio con pochissimo accumulo nevoso e sempre esposto ai raggi solari e poi d'estate oramai lo zero termico è sempre sopra i 4000 :( immaginatevi come soffre un ghiacciaio a 3173 m d'altezza senza ombra e senza grandi accumuli... :(
 
Esatto!!! Un pò meno neve ma fatta proprio uguale :(

E non parlo di trent'anni fa, ma un quindici...forse meno...
 
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