e.frapporti
DURACELL
e anche quest'anno è giunto il momento di tornare sul mio primo grande amore: le bellissime Dolomiti di Brenta. Grazie a loro 18 anni fa iniziai ad andare in montagna e da allora ci torno almeno una volta l'anno.
'sta volta siamo in 5: io, Petra, papà Antonio, mia sorella Francesca e Flavio.
Il programma è la conquista di cima Tosa (per la via normale) che con i suoi 3.173 mt. è il punto più alto di tutto il gruppo di Brenta. Punto di partenza il Rif. Al Cacciatore (1810 mt.) nella splendida conca prativa della Val d'Ambiez, la via d'accesso meridionale alle alte vie ed alle cime.
la mappa con il nostro percorso (in verde)
Partiamo alle 6.00 in punto dal rifugio dove abbiamo pernottato.
La prima tappa sarà il rifugio Agostini salendo per il sentiero Dallago (segnavie n. 325) un facile e bel sentiero tra mughi, prati, dal quale ci godiamo l'incedere della luce del giorno nel cielo e sulle vette che contornano magnificamente la valle.
il sole comincia ad illuminare la dolomia
sul facile sentiero 325 verso il rif. Agostini
Lungo il sentiero un tarlo si insinua nella mia testa. < e se salissimo per la via Migotti anzichè dalla normale?> Mi ero informato l'anno scorso: sono circa 250-300 mt. di dsl di cui circa 100 di II grado ed i restanti di I grado, l'unico problema è che la roccia da scalare è molto friabile ed il rischio di scaricare sassi su chi ci segue, o prenderseli in testa da chi ci precede, è alto.
il rif. Agostini
arrivati all'Agostini vado a chiedere informazioni sulle condizioni della Migotti al gestore del rifugio che mi ribadisce i rischi della friabilità della roccia ma mi dice anche è pulita dalla neve.
Noi non siamo attrezzati al meglio per una via del genere (avevo in programma la normale) in particolare ho fatto lasciare a casa i caschetti (solo Flavio non mi ha ascoltato) ed io non ho molto per attrezzare eventuali soste, ma l'occasione è ghiotta e non voglio lasciarmela sfuggire così la decisione è presa: si fa la Migotti.
Dopo l'Agostini si prende il sentiero Brentari (n. 358) che conduce attraverso i bordi di un ghiaione alla vedretta (ghiacciaio, per chi non conoscesse il termine) d'Ambiez.
i ghiaioni verso la vedretta d'Ambiez
papà e sorella, sullo sfondo sempre l'Agostini e la val d'Ambiez
Dopo il ghiaione si scalano le rocce a lato della vedretta grazie anche a dei tratti attrezzati per montare sul ghiacciaio più in alto possibile.
il sentiero Brentari (358) è a tratti attrezzato
Sulla vedretta lasciamo le tracce del sentiero attrezzato Brentari, che si dirigono alla ferrata per la bocchetta della Tosa (dalla quale scenderemo), per seguire le tracce che conducono alla Bocca d'Ambiez, punto di partenza della via Migotti.
sulla vedretta d'Ambiez
il ghiacciaio si fa sempre più ripido ma senza raggiungere pendenze realmente difficoltose e noi lo percorriamo facilmente senza ramponi.
Per gli ultimi 50 mt. è necessario uscire dalla vedretta e percorrere una ferrata fino alla 2° tappa: la bocca d'Ambiez.
per guadagnare la bocca d'Ambiez c'è una ferrata (50 mt. di dislivello)
Sul piccolo spazio pianeggiante della bocchetta allestisco la cordata con il poco materiale di cui dispongo. Una cordata per nulla ortodossa, siamo in 5, ma visto la bassa difficoltà della via dovrebbe bastare.
Grazie ad una coppia di alpinisti che ci precedono non ho dubbi sull'attacco della via. Li lasciamo andare avanti il più possibile visto che noi siamo senza caschi e non sarebbe bello prendersene qualcuno in testa (e abbiamo fatto bene perchè ad un certo punto hanno tirato giù una scarica che ci avrebbe fatto molto male)
Finalmente tocca a noi, si parte su una parete molto appoggiata ma abbastanza esposta sulla Vedretta dei Camosci. difficoltà II grado.
la cordata sui 100 mt. di II grado, a sinistra la bocca d'Ambiez illuminata dal sole
Faccio 3 tiri di corda da 25-30 mt. attrezzando solo le soste e non le protezioni con delle fettucce o cordini sui numerosi spuntoni disponibili. Col 4 tiro si esce su un crestone.
un bel terrazzino panoramico al termine del primo tratto della via Migotti
Qui su una cengetta aggiriamo la costola rocciosa per riprendere l'arrampicata
passiamo al sole per l'ultimo tiro di corda
la difficoltà è ormai scesa a I grado ma vista l'esposizione e la pendenza preferisco fare ancora un tiro di corda con soste.
Poi la Migotti (segnata con tracce rosse abbastanza bene) si infila del famoso colatoio di roccia friabile che conduce fino in vetta (non proprio la vetta a dire il vero)
nel colatoio, da qui in poi procediamo in conserva
nel colatoio, sguardo verso l'alto
Dopo un altro centinaio di metri decido che non è più il caso di procedere legati perché ormai la corda porta più svantaggi (faceva cadere sassi) che vantaggi
Ci aspettano altri 50-60 mt. di delicate roccette dove la cosa più impegnativa è evitare di smuovere rocce e sassi. Naturalmente tutto va bene.
uscendo dal colatoio a destra si sale su una breve cresta per concludere la salita
Petra all'uscita dalla via Migotti
non poteva mancare la fotoricordo
ma per conquistare la vetta manca ancora un passeggiata sulla vedretta sommitale
eccoci tutti in vetta
è già ora di scendere (dalla via normale)
non è proprio una passeggiata (qualche passaggio di I grado)
arriviamo alla calata in corda doppia
la sosta per la calata (già attrezzata)
Petra si gode un suntuoso panorama (dietro di lei è evidente il Campanil Basso)
Francesca (sorella) e Antonio (papà), sullo sfondo la discesa appena fatta
Petra ci precede sulla cengia attrazzata del sentiero Brentari
vista grandiosa sulla Val d'Ambiez
dopo la Bocchetta della Tosa si scende in picchiata sulla Vedretta d'Ambiez
le scale a pioli sono numerose (tipico delle ferrete del Brenta)
la Bocca d'Ambiez, di là siamo passati poche ore prima
si continua a scendere
finalmente mettiamo i piedi sulla vedretta
sulla vedretta ben ricoperta di neve si scende che è un piacere
ce la sciamo il più possibile (pensando al prosismo inverno)
il bello della gita è ormai alle spalle
il bel sentiero verso il rif. Al Cacciatore
Commenti: gita davvero bella e di soddisfazione (almeno per chi come me è ancora a livelli alpinistici bassi), i quasi 1400 mt. di dislivello non si sentono nemmeno per via della varietà delle situazioni che si incontrano (prati, ghiaioni, vedrette, ferrate, facile arrampicata, calata in doppia). Facile ma non banale, da affrontare con un minimo di conoscenze e attrezzature alpinistiche, per chi fosse abituato ad arrampicare potrebbe affrontare la Migotti anche slegato. Le dolomiti di Brenta si confermano tra le più belle in assoluto.
'sta volta siamo in 5: io, Petra, papà Antonio, mia sorella Francesca e Flavio.
Il programma è la conquista di cima Tosa (per la via normale) che con i suoi 3.173 mt. è il punto più alto di tutto il gruppo di Brenta. Punto di partenza il Rif. Al Cacciatore (1810 mt.) nella splendida conca prativa della Val d'Ambiez, la via d'accesso meridionale alle alte vie ed alle cime.
la mappa con il nostro percorso (in verde)

Partiamo alle 6.00 in punto dal rifugio dove abbiamo pernottato.
La prima tappa sarà il rifugio Agostini salendo per il sentiero Dallago (segnavie n. 325) un facile e bel sentiero tra mughi, prati, dal quale ci godiamo l'incedere della luce del giorno nel cielo e sulle vette che contornano magnificamente la valle.
il sole comincia ad illuminare la dolomia

sul facile sentiero 325 verso il rif. Agostini

Lungo il sentiero un tarlo si insinua nella mia testa. < e se salissimo per la via Migotti anzichè dalla normale?> Mi ero informato l'anno scorso: sono circa 250-300 mt. di dsl di cui circa 100 di II grado ed i restanti di I grado, l'unico problema è che la roccia da scalare è molto friabile ed il rischio di scaricare sassi su chi ci segue, o prenderseli in testa da chi ci precede, è alto.
il rif. Agostini

arrivati all'Agostini vado a chiedere informazioni sulle condizioni della Migotti al gestore del rifugio che mi ribadisce i rischi della friabilità della roccia ma mi dice anche è pulita dalla neve.
Noi non siamo attrezzati al meglio per una via del genere (avevo in programma la normale) in particolare ho fatto lasciare a casa i caschetti (solo Flavio non mi ha ascoltato) ed io non ho molto per attrezzare eventuali soste, ma l'occasione è ghiotta e non voglio lasciarmela sfuggire così la decisione è presa: si fa la Migotti.
Dopo l'Agostini si prende il sentiero Brentari (n. 358) che conduce attraverso i bordi di un ghiaione alla vedretta (ghiacciaio, per chi non conoscesse il termine) d'Ambiez.
i ghiaioni verso la vedretta d'Ambiez

papà e sorella, sullo sfondo sempre l'Agostini e la val d'Ambiez

Dopo il ghiaione si scalano le rocce a lato della vedretta grazie anche a dei tratti attrezzati per montare sul ghiacciaio più in alto possibile.
il sentiero Brentari (358) è a tratti attrezzato

Sulla vedretta lasciamo le tracce del sentiero attrezzato Brentari, che si dirigono alla ferrata per la bocchetta della Tosa (dalla quale scenderemo), per seguire le tracce che conducono alla Bocca d'Ambiez, punto di partenza della via Migotti.
sulla vedretta d'Ambiez

il ghiacciaio si fa sempre più ripido ma senza raggiungere pendenze realmente difficoltose e noi lo percorriamo facilmente senza ramponi.
Per gli ultimi 50 mt. è necessario uscire dalla vedretta e percorrere una ferrata fino alla 2° tappa: la bocca d'Ambiez.
per guadagnare la bocca d'Ambiez c'è una ferrata (50 mt. di dislivello)

Sul piccolo spazio pianeggiante della bocchetta allestisco la cordata con il poco materiale di cui dispongo. Una cordata per nulla ortodossa, siamo in 5, ma visto la bassa difficoltà della via dovrebbe bastare.
Grazie ad una coppia di alpinisti che ci precedono non ho dubbi sull'attacco della via. Li lasciamo andare avanti il più possibile visto che noi siamo senza caschi e non sarebbe bello prendersene qualcuno in testa (e abbiamo fatto bene perchè ad un certo punto hanno tirato giù una scarica che ci avrebbe fatto molto male)
Finalmente tocca a noi, si parte su una parete molto appoggiata ma abbastanza esposta sulla Vedretta dei Camosci. difficoltà II grado.
la cordata sui 100 mt. di II grado, a sinistra la bocca d'Ambiez illuminata dal sole

Faccio 3 tiri di corda da 25-30 mt. attrezzando solo le soste e non le protezioni con delle fettucce o cordini sui numerosi spuntoni disponibili. Col 4 tiro si esce su un crestone.
un bel terrazzino panoramico al termine del primo tratto della via Migotti

Qui su una cengetta aggiriamo la costola rocciosa per riprendere l'arrampicata
passiamo al sole per l'ultimo tiro di corda

la difficoltà è ormai scesa a I grado ma vista l'esposizione e la pendenza preferisco fare ancora un tiro di corda con soste.
Poi la Migotti (segnata con tracce rosse abbastanza bene) si infila del famoso colatoio di roccia friabile che conduce fino in vetta (non proprio la vetta a dire il vero)
nel colatoio, da qui in poi procediamo in conserva

nel colatoio, sguardo verso l'alto

Dopo un altro centinaio di metri decido che non è più il caso di procedere legati perché ormai la corda porta più svantaggi (faceva cadere sassi) che vantaggi
Ci aspettano altri 50-60 mt. di delicate roccette dove la cosa più impegnativa è evitare di smuovere rocce e sassi. Naturalmente tutto va bene.
uscendo dal colatoio a destra si sale su una breve cresta per concludere la salita

Petra all'uscita dalla via Migotti

non poteva mancare la fotoricordo

ma per conquistare la vetta manca ancora un passeggiata sulla vedretta sommitale

eccoci tutti in vetta

è già ora di scendere (dalla via normale)

non è proprio una passeggiata (qualche passaggio di I grado)

arriviamo alla calata in corda doppia

la sosta per la calata (già attrezzata)

Petra si gode un suntuoso panorama (dietro di lei è evidente il Campanil Basso)

Francesca (sorella) e Antonio (papà), sullo sfondo la discesa appena fatta

Petra ci precede sulla cengia attrazzata del sentiero Brentari

vista grandiosa sulla Val d'Ambiez

dopo la Bocchetta della Tosa si scende in picchiata sulla Vedretta d'Ambiez

le scale a pioli sono numerose (tipico delle ferrete del Brenta)

la Bocca d'Ambiez, di là siamo passati poche ore prima

si continua a scendere

finalmente mettiamo i piedi sulla vedretta

sulla vedretta ben ricoperta di neve si scende che è un piacere

ce la sciamo il più possibile (pensando al prosismo inverno)

il bello della gita è ormai alle spalle

il bel sentiero verso il rif. Al Cacciatore

Commenti: gita davvero bella e di soddisfazione (almeno per chi come me è ancora a livelli alpinistici bassi), i quasi 1400 mt. di dislivello non si sentono nemmeno per via della varietà delle situazioni che si incontrano (prati, ghiaioni, vedrette, ferrate, facile arrampicata, calata in doppia). Facile ma non banale, da affrontare con un minimo di conoscenze e attrezzature alpinistiche, per chi fosse abituato ad arrampicare potrebbe affrontare la Migotti anche slegato. Le dolomiti di Brenta si confermano tra le più belle in assoluto.
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