Con un po' di ritardo, dovuto alle vacanze al mare e poi al caldo insopportabile che mi ha tenuto alla larga anche dai computer, ecco un resoconto del giro di inizio agosto sull'Adamello, nel complesso glaciale più vasto delle Alpi.
Per prima cosa alcuni dati:
Primo giorno:
Bedole, mt. 1.614 (partenza)
Rif.Mandrone, mt. 2.449 (sosta)
Rif. Caduti dell'Adamello, mt. 3.040 (pernottamento)
Secondo giorno:
Monte Adamello, mt. 3.539
Rif. Mandrone, mt. 2.449 (sosta in quasi coma)
Bedole, mt. 1.614 (in coma)
Siamo Marti, Mac, Alberto (mio fratello) ed il sottoscritto; saliamo partendo dalla Val Genova (a Pinzolo girare a sinistra
) con destinazione Rifugio Caduti dell'Adamello, noto anche come Rifugio della Lobbia Alta, imboccando l'itinerario che passa dal rifugio Mandrone per poi puntare al ghiacciaio dell'Adamello.
salendo al rifugio Mandrone
ponti di assi dopo il Mandrone per superare gli acquitrini
Giunti al fronte del ghiacciaio, complici la cartina kompass poco chiara e i segni sui massi, anziché attraversarlo subito (il rifugio a cui siamo diretti è sul lato opposto) risaliamo la morena sulla destra pensando che il punto giusto di attraversameno sia più in alto. Le ottime condizioni di quest'anno hanno fatto si che l'errore non si sia rivelato grave, altrimenti saremmo dovuti ritornare sui nostri passi perdendo parecchio tempo.
qui avremmo dovuto scendere sul ghiacciao ed attraversarlo in diagonale, il rifugio si trova dietro al costone al centro della foto
quando poi abbiamo capito che qualcosa non tornava nei conti, eravamo all'altezza di una zona molto crepacciata in corrispondenza di un cambio di pendenza del ghiacciaio; l'attraversamento lo abbiamo fatto nella parte pianeggiante al di sopra dei crepi.
si guarda la situazione e poi si scende al ghiacciaio
circa un'ora dopo arriviamo al rifugio e qui ci va una nota: spettacolare!
Abbarbicato sul costone della montagna, è stato ristrutturato nel 2004 per lavori di consolidamento; a 3.040 metri di quota sembra di essere in un'accogliente pensione a conduzione famigliare: pulitissimo, ottimo cibo, gentilezza dei gestori, saletta con tv al plasma dove la sera abbiamo potuto vedere una proiezione sulla storia di queste zone, doccia, bagni tirati a lucido.
Fù anche meta della visita del papa Giovanni Paolo II e di Sandro Pertini diversi anni orsono.
Rifugio Caduti dell'Adamello
qualche foto dal rifugio:
il fiume di ghiaccio
il giorno se ne va
Il mattino dopo si riparte, il dislivello da compiere in salita oggi è poco (ben diverso il discorso riguardo alla discesa...), dai 3.040 del rifugio ai 3.539 della vetta, ma lo sviluppo è molto lungo per via delle pendenze molto dolci, fino ad essere perfino pianeggiante nell'immenso Pian di Neve.
Finalmente spunta la nostra meta, l'Adamello.
sosta e poi si riparte
sulle roccette che conducono in vetta
i quattro dell' ave maria
panorami dalla cima
si parte per la lunghissima discesa
sulla destra il rifugio Caduti dell'Adamello
ci avviciniamo al tratto finale del ghiacciaio
e qui finisce...
da qui in poi è solo una storia di piedi doloranti e ginocchia che cedono.
Una piccolissima considerazione:
passando in quei luoghi è impossibile non pensare alla loro storia, a cosa è accaduto durante la prima guerra mondiale nello stesso posto dove noi oggi andiamo per divertirci. Negli anni quel ghiacciaio non ha restituito solo bombe e proiettili, ma anche ossa umane e chissà quanti corpi giacciono ancora imprigionati nelle sue viscere. C'è ancor oggi un cannone, là in cima ad una cresta ad oltre tremila metri, nel luogo originale, a testimonianza di un passato da non dimenticare; un passato fatto di tragedie e di sforzi disumani, come quello di combattere in un ambiente così severo.
La storia del cannone è emblematica, chi non la conoscesse e volesse farsene un idea, puo' leggerla a questo link:
Storia del cannone
ciao.
Per prima cosa alcuni dati:
Primo giorno:
Bedole, mt. 1.614 (partenza)
Rif.Mandrone, mt. 2.449 (sosta)
Rif. Caduti dell'Adamello, mt. 3.040 (pernottamento)
Secondo giorno:
Monte Adamello, mt. 3.539
Rif. Mandrone, mt. 2.449 (sosta in quasi coma)
Bedole, mt. 1.614 (in coma)
Siamo Marti, Mac, Alberto (mio fratello) ed il sottoscritto; saliamo partendo dalla Val Genova (a Pinzolo girare a sinistra
salendo al rifugio Mandrone


ponti di assi dopo il Mandrone per superare gli acquitrini

Giunti al fronte del ghiacciaio, complici la cartina kompass poco chiara e i segni sui massi, anziché attraversarlo subito (il rifugio a cui siamo diretti è sul lato opposto) risaliamo la morena sulla destra pensando che il punto giusto di attraversameno sia più in alto. Le ottime condizioni di quest'anno hanno fatto si che l'errore non si sia rivelato grave, altrimenti saremmo dovuti ritornare sui nostri passi perdendo parecchio tempo.
qui avremmo dovuto scendere sul ghiacciao ed attraversarlo in diagonale, il rifugio si trova dietro al costone al centro della foto

quando poi abbiamo capito che qualcosa non tornava nei conti, eravamo all'altezza di una zona molto crepacciata in corrispondenza di un cambio di pendenza del ghiacciaio; l'attraversamento lo abbiamo fatto nella parte pianeggiante al di sopra dei crepi.
si guarda la situazione e poi si scende al ghiacciaio


circa un'ora dopo arriviamo al rifugio e qui ci va una nota: spettacolare!
Abbarbicato sul costone della montagna, è stato ristrutturato nel 2004 per lavori di consolidamento; a 3.040 metri di quota sembra di essere in un'accogliente pensione a conduzione famigliare: pulitissimo, ottimo cibo, gentilezza dei gestori, saletta con tv al plasma dove la sera abbiamo potuto vedere una proiezione sulla storia di queste zone, doccia, bagni tirati a lucido.
Fù anche meta della visita del papa Giovanni Paolo II e di Sandro Pertini diversi anni orsono.
Rifugio Caduti dell'Adamello
qualche foto dal rifugio:
il fiume di ghiaccio


il giorno se ne va

Il mattino dopo si riparte, il dislivello da compiere in salita oggi è poco (ben diverso il discorso riguardo alla discesa...), dai 3.040 del rifugio ai 3.539 della vetta, ma lo sviluppo è molto lungo per via delle pendenze molto dolci, fino ad essere perfino pianeggiante nell'immenso Pian di Neve.



Finalmente spunta la nostra meta, l'Adamello.

sosta e poi si riparte


sulle roccette che conducono in vetta

i quattro dell' ave maria

panorami dalla cima



si parte per la lunghissima discesa



sulla destra il rifugio Caduti dell'Adamello

ci avviciniamo al tratto finale del ghiacciaio

e qui finisce...

da qui in poi è solo una storia di piedi doloranti e ginocchia che cedono.
Una piccolissima considerazione:
passando in quei luoghi è impossibile non pensare alla loro storia, a cosa è accaduto durante la prima guerra mondiale nello stesso posto dove noi oggi andiamo per divertirci. Negli anni quel ghiacciaio non ha restituito solo bombe e proiettili, ma anche ossa umane e chissà quanti corpi giacciono ancora imprigionati nelle sue viscere. C'è ancor oggi un cannone, là in cima ad una cresta ad oltre tremila metri, nel luogo originale, a testimonianza di un passato da non dimenticare; un passato fatto di tragedie e di sforzi disumani, come quello di combattere in un ambiente così severo.
La storia del cannone è emblematica, chi non la conoscesse e volesse farsene un idea, puo' leggerla a questo link:
Storia del cannone
ciao.