e.frapporti
DURACELL
Dove andare a ferragosto se non in montagna!
Ma ‘sta volta avevo voglia di qualcosa di più succoso e polposo che una semplice 2giorni.
L’idea iniziale era fare il famoso giro delle 13 cime ma per Petra, mia compagna d’avventura anche in quest’occasione, rischiava di essere troppo impegnativo così ho ideato un programmino alternativo:
venerdì 14: arrivo a Peio Fonti-impianti di risalita-Rif. Doss dei Cembri (2320)-Rif. Mantova al Vioz (3535);
Sabato 15: Rif. Mantova-Monte Vioz (3645)-Palon de la Mare (3685)-Cima Rosole (3529)-Monte Cevedale (3769)-Rif. Casati (3254);
Domenica 16: Rif. Casati- ZufallSpitzen/Cima cevedale (3757)-passo de La Forcola (3032)-Rif. Martello (2610);
Lunedì 17: Rif. Martello-Cima Marmotta (3330)- Cima Venezia (3386)-Cima Venezia 2^ (3371)-Cima Venezia 3^ (3356)-Vedretta di Cereser-parcheggio Malga Mare (1972).
Nei primi tre giorni tutto è filato liscio per cui abbiamo rispettato il programma perfettamente, l’ultimo giorno invece abbiamo rinunciato alle varie cime in quanto Petra accusava dei dolori ad un ginocchio in fase di discesa per cui siamo “rientrati” a malga mare semplicemente valicando il passo de La Forcola limitando così al minimo il dislivello.
Di seguito riporto il tracciato GPS dell’intero percorso evidenziando con colori diversi le varie tappe (blu→giorno 1; verde→giorno 2; giallo→giorno 3; rosso→giorno 4)
percorso completo
PRIMO GIORNO
traccia GPS giorno 1
Dopo una mattina lavorativa arriviamo alla cabinovia di Peio Fonti e grazie agli impianti, in breve, saliamo ai 2320 mt. del rif. Doss dei Cembri. Quando finalmente iniziamo a camminare sono le 15.40 e c’è ancora il sole nonostante le previsioni fossero bruttine. Ci aspettano 1200 mt. circa di salita per 3h e 30 – 4h di cammino.
partenza dal Rif. Doss dei Cembri
Petra poco dopo la partenza, alle sue spalle l’arrivo della seggiovia e la val di Peio sullo sfondo
Il sentiero è ben tracciato ma faticoso ed a tratti esposto ma regala scenari sempre più belli man mano che si guadagna quota.
Col passare del tempo, come da previsioni, le nuvole hanno la meglio sul sole ma almeno non piove. Dai 3200 mt. in su ci troviamo spesso a camminare nella nebbia ma godiamo di tanto in tanto di scorci suggestivi quando le nuvole si diradano temporaneamente.
a metà salita il cielo comincia a chiudersi
Quando il mio altimetro segna 3500 mt. finalmente scorgiamo la sagoma del rifugio in una visione surreale, quasi spettrale.
finalmente il Rifugio si materializza davanti ai nostri occhi
Sono quasi le 19.00, abbiamo guadagnato quasi 30 minuti sui tempi che mi aspettavo, bene così, giusti per l’ora di cena.
Il rifugio si dimostra una bella sorpresa: rifatto da pochi anni è bello ed accogliente, i letti a noi assegnati sono nella camerata del sottotetto che di fatto è un unico ambiente ma da l’idea di essere diviso in tanti scompartimenti quanti gli spazi tra gli archi in legno lamellare della struttura (difficile da spiegare … insomma io e Petra ci sentiamo come se avessimo un’accogliente camera tutta per noi).
Anche il vitto si rivela essere di buon livello e così dopo una cena soddisfacente andiamo a nanna, sono solo le 21 ma la sveglia è caricata per le 4.50.
SECONDO GIORNO
traccia GPS giorno 2
Verso le 6.00 assistiamo ad una bellissima alba e poco dopo siamo in cammino, leggermente in ritardo sul mio programma ma le operazioni di “allestimento della cordata” fanno perdere sempre più tempo del previsto.
la parte sud dell 13 cime, dalla Taviela al Tresero
La salita al Monte Vioz è semplice e breve (poco più di 100 mt.),
Petra sale al M. Vioz, dietro si vede il rifugio, all’orizzonte le dolomiti di Brenta
alle 6.30 ci godiamo già la nostra prima vetta.
fotoricordo sul M. Vioz (3645)
Al momento siamo soli, altre due cordate (4 alpinisti in tutto) ci precedono, nessuna ci segue: la montagna tranquilla che piace a me!
L’ambiente è maestoso, non servono parole …
le vette che ci aspettano
Dopo il Vioz inizia la marcia su ghiacciaio. Questa prima parte prevede la discesa al Passo della Vedretta Rossa (3405) e una parziale risalita al Palon de la Mare. Il ghiacciaio è in ottime condizione e tecnicamente facile.
la cresta che ci porterà in vetta al Palon de la Mare
La maggior parte della salita però si svolge su un cresta rocciosa dove è consigliabile togliere i ramponi.
l'inizio della cresta sud del Palon
Il percorso presenta semplici passaggi di I grado e non è mai particolarmente esposto.
A poche decine di metri dalla vetta la cresta diventa nevosa, si rimettono i ramponi e si riprende “l’assetto da ghiacciaio”
Petra sulla Cresta sommitale del Palon de la Mare
eccomi sulla cima del Palon (3685), la 2^ vetta di giornata
Una brevissima sosta e proseguiamo verso il Col de la Mare (3442).
proseguiamo verso nord
250 mt. di discesa su ghiacciaio tranquilla solo per un breve tratto ripida (ma ben sotto i 45°) e con pochi ed innocui crepacci.
Alle 11.30 raggiungiamo il colle e poco sopra sostiamo per la pausa pranzo
pausa pranzo con vista sulla vedretta de la Mare
A questo punto dobbiamo superare Cima Rosole e la sua cresta. Ci sono 2 possibilità: o si prende il toro per le corna e si va in cresta (più affilata ed insidiosa di quella fatta in precedenza) oppure si aggira dal basso, sul ghiacciaio, risalendo solo alla fine.
Tutte le 4-5 cordate che abbiamo incrociato fin’ora hanno scelto la seconda possibilità per non rischiare sulla roccia friabile, noi invece scegliamo la prima perché siamo fiduciosi che le difficoltà non saranno poi così alte.
la cresta vista dal Monte Rosole (3529), 3^ cima di oggi
io alla fine della cresta (a destra delle mie gambe si vede la parte più insidiosa: una specie di lama rocciosa da affrontare in discesa)
Abbiamo ragione, la traversata è fattibile (in conserva corta senza usare protezioni), con un paio di tratti di I-II grado (credo) su pessima roccia marcia.
Ora siamo al passo Rosole (3502) ci attende l’ultima fatica per oggi: l’ascesa al monte Cevedale (270 mt. di dislivello ci separano dalla vetta)
Petra inizia l'ultima risalita della giornata
Ce la prendiamo con calma ed in un’ora conquistiamo anche il punto più alto previsto di tutto il giro.
in vetta al Cevedale (3769) 4^ di giornata
Sul Cevedale finisce anche la tranquillità che ci aveva accompagnato fino a lì. La cima è assalita da decine di alpinisti che vanno e vengono dal rif. Casati o dalla Zufallspitzen (nostro obbiettivo per l’indomani)
Petra sulla cresta sommitale del Cevedale, dietro di lei la ZufallSpitzen
A questo punto dobbiamo solo raggiungere il Rif. Casati. Dalla cima ci aspettano 150 mt. di discesa abbastanza ripida, non difficile ma da non sottovalutare,
dopo la crestina il versante nord, sullo sfondo il M. Pasquale ed a fondo valle il Rif. Pizzini
il versante nord e la Zufall
e poi altri 350 mt. tranquillissimi, con un lungo sviluppo, dove ci si può finalmente rilassare
il Rif. Casati (3252), sullo sfondo il Gran Zebrù e l' Ortles
Alle 13.40 arriviamo al Rifugio, abbastanza stanchi ma felicissimi per la meravigliosa traversata appena conclusa, non ci resta che riposare e aspettare la cena alle 18.30.
Al Contrario del Rif. Mantova il Casati è deludente: la costruzione è stata ristrutturata ormai parecchi anni fa, sembra di essere in uno squallido alberghetto di periferia ad 1 stella ed il cibo è di qualità appena sufficiente (pasta scotta e da salare salvata da un buon sughetto), inoltre è molto caro (49 € la mezza pensione contro i 42€ del Mantova nonostante sia ad una quota inferiore e servito da una comoda teleferica)
Comunque sia alle 21 siamo già in branda (cameretta da 4 tutta per noi), la sveglia squillerà alle 6.00.
Continua…….
Ma ‘sta volta avevo voglia di qualcosa di più succoso e polposo che una semplice 2giorni.
L’idea iniziale era fare il famoso giro delle 13 cime ma per Petra, mia compagna d’avventura anche in quest’occasione, rischiava di essere troppo impegnativo così ho ideato un programmino alternativo:
venerdì 14: arrivo a Peio Fonti-impianti di risalita-Rif. Doss dei Cembri (2320)-Rif. Mantova al Vioz (3535);
Sabato 15: Rif. Mantova-Monte Vioz (3645)-Palon de la Mare (3685)-Cima Rosole (3529)-Monte Cevedale (3769)-Rif. Casati (3254);
Domenica 16: Rif. Casati- ZufallSpitzen/Cima cevedale (3757)-passo de La Forcola (3032)-Rif. Martello (2610);
Lunedì 17: Rif. Martello-Cima Marmotta (3330)- Cima Venezia (3386)-Cima Venezia 2^ (3371)-Cima Venezia 3^ (3356)-Vedretta di Cereser-parcheggio Malga Mare (1972).
Nei primi tre giorni tutto è filato liscio per cui abbiamo rispettato il programma perfettamente, l’ultimo giorno invece abbiamo rinunciato alle varie cime in quanto Petra accusava dei dolori ad un ginocchio in fase di discesa per cui siamo “rientrati” a malga mare semplicemente valicando il passo de La Forcola limitando così al minimo il dislivello.
Di seguito riporto il tracciato GPS dell’intero percorso evidenziando con colori diversi le varie tappe (blu→giorno 1; verde→giorno 2; giallo→giorno 3; rosso→giorno 4)
percorso completo

PRIMO GIORNO
traccia GPS giorno 1

Dopo una mattina lavorativa arriviamo alla cabinovia di Peio Fonti e grazie agli impianti, in breve, saliamo ai 2320 mt. del rif. Doss dei Cembri. Quando finalmente iniziamo a camminare sono le 15.40 e c’è ancora il sole nonostante le previsioni fossero bruttine. Ci aspettano 1200 mt. circa di salita per 3h e 30 – 4h di cammino.
partenza dal Rif. Doss dei Cembri

Petra poco dopo la partenza, alle sue spalle l’arrivo della seggiovia e la val di Peio sullo sfondo

Il sentiero è ben tracciato ma faticoso ed a tratti esposto ma regala scenari sempre più belli man mano che si guadagna quota.
Col passare del tempo, come da previsioni, le nuvole hanno la meglio sul sole ma almeno non piove. Dai 3200 mt. in su ci troviamo spesso a camminare nella nebbia ma godiamo di tanto in tanto di scorci suggestivi quando le nuvole si diradano temporaneamente.
a metà salita il cielo comincia a chiudersi

Quando il mio altimetro segna 3500 mt. finalmente scorgiamo la sagoma del rifugio in una visione surreale, quasi spettrale.
finalmente il Rifugio si materializza davanti ai nostri occhi

Sono quasi le 19.00, abbiamo guadagnato quasi 30 minuti sui tempi che mi aspettavo, bene così, giusti per l’ora di cena.
Il rifugio si dimostra una bella sorpresa: rifatto da pochi anni è bello ed accogliente, i letti a noi assegnati sono nella camerata del sottotetto che di fatto è un unico ambiente ma da l’idea di essere diviso in tanti scompartimenti quanti gli spazi tra gli archi in legno lamellare della struttura (difficile da spiegare … insomma io e Petra ci sentiamo come se avessimo un’accogliente camera tutta per noi).
Anche il vitto si rivela essere di buon livello e così dopo una cena soddisfacente andiamo a nanna, sono solo le 21 ma la sveglia è caricata per le 4.50.
SECONDO GIORNO
traccia GPS giorno 2

Verso le 6.00 assistiamo ad una bellissima alba e poco dopo siamo in cammino, leggermente in ritardo sul mio programma ma le operazioni di “allestimento della cordata” fanno perdere sempre più tempo del previsto.
la parte sud dell 13 cime, dalla Taviela al Tresero

La salita al Monte Vioz è semplice e breve (poco più di 100 mt.),
Petra sale al M. Vioz, dietro si vede il rifugio, all’orizzonte le dolomiti di Brenta

alle 6.30 ci godiamo già la nostra prima vetta.
fotoricordo sul M. Vioz (3645)

Al momento siamo soli, altre due cordate (4 alpinisti in tutto) ci precedono, nessuna ci segue: la montagna tranquilla che piace a me!
L’ambiente è maestoso, non servono parole …
le vette che ci aspettano

Dopo il Vioz inizia la marcia su ghiacciaio. Questa prima parte prevede la discesa al Passo della Vedretta Rossa (3405) e una parziale risalita al Palon de la Mare. Il ghiacciaio è in ottime condizione e tecnicamente facile.
la cresta che ci porterà in vetta al Palon de la Mare

La maggior parte della salita però si svolge su un cresta rocciosa dove è consigliabile togliere i ramponi.
l'inizio della cresta sud del Palon

Il percorso presenta semplici passaggi di I grado e non è mai particolarmente esposto.
A poche decine di metri dalla vetta la cresta diventa nevosa, si rimettono i ramponi e si riprende “l’assetto da ghiacciaio”
Petra sulla Cresta sommitale del Palon de la Mare

eccomi sulla cima del Palon (3685), la 2^ vetta di giornata

Una brevissima sosta e proseguiamo verso il Col de la Mare (3442).
proseguiamo verso nord

250 mt. di discesa su ghiacciaio tranquilla solo per un breve tratto ripida (ma ben sotto i 45°) e con pochi ed innocui crepacci.
Alle 11.30 raggiungiamo il colle e poco sopra sostiamo per la pausa pranzo
pausa pranzo con vista sulla vedretta de la Mare

A questo punto dobbiamo superare Cima Rosole e la sua cresta. Ci sono 2 possibilità: o si prende il toro per le corna e si va in cresta (più affilata ed insidiosa di quella fatta in precedenza) oppure si aggira dal basso, sul ghiacciaio, risalendo solo alla fine.
Tutte le 4-5 cordate che abbiamo incrociato fin’ora hanno scelto la seconda possibilità per non rischiare sulla roccia friabile, noi invece scegliamo la prima perché siamo fiduciosi che le difficoltà non saranno poi così alte.
la cresta vista dal Monte Rosole (3529), 3^ cima di oggi

io alla fine della cresta (a destra delle mie gambe si vede la parte più insidiosa: una specie di lama rocciosa da affrontare in discesa)

Abbiamo ragione, la traversata è fattibile (in conserva corta senza usare protezioni), con un paio di tratti di I-II grado (credo) su pessima roccia marcia.
Ora siamo al passo Rosole (3502) ci attende l’ultima fatica per oggi: l’ascesa al monte Cevedale (270 mt. di dislivello ci separano dalla vetta)
Petra inizia l'ultima risalita della giornata

Ce la prendiamo con calma ed in un’ora conquistiamo anche il punto più alto previsto di tutto il giro.
in vetta al Cevedale (3769) 4^ di giornata

Sul Cevedale finisce anche la tranquillità che ci aveva accompagnato fino a lì. La cima è assalita da decine di alpinisti che vanno e vengono dal rif. Casati o dalla Zufallspitzen (nostro obbiettivo per l’indomani)
Petra sulla cresta sommitale del Cevedale, dietro di lei la ZufallSpitzen

A questo punto dobbiamo solo raggiungere il Rif. Casati. Dalla cima ci aspettano 150 mt. di discesa abbastanza ripida, non difficile ma da non sottovalutare,
dopo la crestina il versante nord, sullo sfondo il M. Pasquale ed a fondo valle il Rif. Pizzini

il versante nord e la Zufall

e poi altri 350 mt. tranquillissimi, con un lungo sviluppo, dove ci si può finalmente rilassare
il Rif. Casati (3252), sullo sfondo il Gran Zebrù e l' Ortles

Alle 13.40 arriviamo al Rifugio, abbastanza stanchi ma felicissimi per la meravigliosa traversata appena conclusa, non ci resta che riposare e aspettare la cena alle 18.30.
Al Contrario del Rif. Mantova il Casati è deludente: la costruzione è stata ristrutturata ormai parecchi anni fa, sembra di essere in uno squallido alberghetto di periferia ad 1 stella ed il cibo è di qualità appena sufficiente (pasta scotta e da salare salvata da un buon sughetto), inoltre è molto caro (49 € la mezza pensione contro i 42€ del Mantova nonostante sia ad una quota inferiore e servito da una comoda teleferica)
Comunque sia alle 21 siamo già in branda (cameretta da 4 tutta per noi), la sveglia squillerà alle 6.00.
Continua…….
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