-Sciatore: 36 anni, forma fisica mediocre, 172 cm x 75 kg, mi piace fare un po' di tutto, livello tecnico oro base (da perfezionare), discreta padronanza su ogni tipo di terreno. Esperienza ancora limitata fuoripista.
-Sci provati (tra gli allmountain/freeride):
Head Monster 78 e 82 e John94
Rossignol B3 e Scratch BC WRS
Voelkl Sanouk
-Caratteristiche sci:
sciancratura 134-100-125 sia il 179 che il 186
raggio 17,2 il 179
raggio 18,9 il 186
Non amo gli sci troppo duri, quelli montati troppo centrali, cercavo uno sci con cui sostituire i Rossignol Scratch BC WRS le cui code, troppo lunghe, mi davano fastidio, e li trovavo un po' sordi in alcune situazioni
PREMESSA: avevo trovato una proposta per i LINE Prophet 100 da 179, della stagione 07/08... sapendo che un amico (Helix) li ha anche lui, però da 186 stagione 08/09 e montati Duke, gli chiedo come ci si è trovato, per avere un feedback, e lui mi dice: "i miei li devo vendere, se vuoi te li faccio provare"... detto, fatto, li prendo e li provo a Cervinia, il 25 aprile.
LINE PROPHET 186, attacco MARKER DUKE:
Sono intimorito dalla lunghezza (sono alto 172), lo sci però si dimostra maneggevole, con una spiccata tendenza a chiudere le curve, ma ciò che più apprezzo è il suo modo di trasmettere le ondulazioni del terreno, che è dolce e sensibile al tempo stesso... ti permette di sentire come è il terreno sotto i piedi, ma ammortizzando e filtrando le sconnessioni del terreno, sensazione molto differente da quella fornita dal mio Rossignol Scratch BC WRS, più secca e incline al saltellamento sullo sconnesso.
Pur rimanendo di indole docile, è uno sci che devi saper capire, e condurre nel modo giusto, altrimenti si dimostra poco incline alle forzature... non è insomma uno sci ignorante, ma richiede di essere guidato come si deve, e a quel punto si trasforma, diventa più maneggevole e leggero sotto i piedi. In qualunque condizione ti trovi, trasmette sempre una sensazione di sicurezza, sia che ti trovi su fondo duro piallato dal vento, sia che ti trovi sulla crosta da vento (dove devi comunque essere ben saldo di gambe per comandarlo).
Fuoripista su spazi aperti, è agile nei cambi e ti consente di sciarci stando abbastanza centrali (merito del suo particolare flex, più morbido in punta e in coda, ma rigido quel tanto che basta per tenere le traiettorie anche in presenza di neve lavorata dal vento, se stai sciando correttamente ti infonde una grande sicurezza e ti permette di solcare il terreno con facilità, in qualunque situazione esso si trovi, senza incertezze e sussulti di sorta... uno sci che ti chiede tanto, e ti dà tanto! Ho seguito il DOC e Chef scendendo da Punta Rollin, dove il primo tratto, più pianeggiante, era parecchio lavorato dal vento e disseminato ovunque di sastrugi... ma stando "presente" sullo sci, questo li fendeva senza problemi...
Un'altra cosa che ho apprezzato molto di questo sci, è la sua coda, che pur essendo rialzata, non mi ha per nulla impacciato e infastidito, con un comportamento molto neutrale e naturale nello svincolo, a differenza di quanto avviene coi miei Scratch. L'attacco (nel mio caso Marker Duke) è stato montato in modo che il centro dello scarpone si trovasse indietro di 2 cm rispetto al mid sole.
Alla sera, il maggior impegno fisico richiesto (rispetto al Rossignol Scratch) si fa sentire: sono tutto rotto e indolenzito, e mi trascino pesantemente in quel di Aosta, dove sono uscito con Capt. Crash e Koala...
L'indomani, in previsione di usarlo poco causa nebbia, mi convinco a rimettermelo ai piedi. A La Thuile incontriamo Kirama e il suo amico Alberto, c'è un nebbione che si può affettare col coltellino di Garmont, ma Kirama da cononoscitore provetto ci porta in mezzo ai boschetti dell'Arnouvaz, su terreno ondulato con una decina di cm di neve fresca. Qui i Prophet si sono dimostrati molto più maneggevoli del previsto, più ci prendi la mano e più ti portano ad osare, basta guidarli con decisione, ci stai fisicamente sempre ben sopra e riesci ad aggirare i tronchi con una rapidità e una facilità inusitata per i suoi 186 cm. E, in presenza di fondo sconnesso, già trifolato e indurito dal rigelo notturno, ricoperto da uno strato di 5 cm di neve fresca, non si scompone più di tanto. Grandissimo sci!
CONCLUSIONI:
Il suo particolare flex, morbido in punta e coda e più rigido, ma non di molto, in centro, unita alla tecnologia Metal Matrix fanno sì che questo sci si adatti molto bene alle svariate situazioni, con una sensazione di solidità che trasmette sicurezza in ogni frangente, è uno sci abbastanza esigente dal punto di vista tecnico, se viene "strapazzato" tende a diventare stancante e a perdonare poco gli errori, ma se si inizia a impostare bene la propria sciata, ecco che lo sci diventa via via più leggero e ti permette, senza quasi che te ne accorgi, di arrivare facilmente ai tuoi limiti e ad osare più di quanto avresti immaginato. Consigliato a sciatori con una tecnica molto buona, e una discreta gamba, abituati a "stare sempre sopra" allo sci, alla ricerca di uno sci "totale", con un flex non troppo morbido nè troppo rigido.
Unico problema, lo sci in mio possesso aveva la soletta piuttosto lenta... ma quand'è che 'sti cavolo di friminchiaraiser capiranno che è importante avere una soletta molto scorrevole ANCHE (e direi anche SOPRATTUTTO!!!) su uno sci da freeride, dove lunghi tratti di scorrimento potrebbero presentarsi... è una critica all'amico Helix, anche se ultimamente mi sembra aver compreso l'importanza e la comodità di avere una soletta ben scorrevole...
Colgo l'occasione per ringraziarlo di cuore per la disponibilità e l'opportunità offertami
LINE PROPHET 179, attacco MARKER GRIFFON:
Alla fine, ho deciso di prendere il Prophet da 179... anche questo con l'attacco montato 2 cm indietro rispetto al mid sole. Questo sci ha confermato le ottime qualità del suo fratello da 186, ma si è dimostrato molto più leggero (anche perchè aveva i Griffon al posto dei Duke, che sono dei bei mattoni!!), un giocattolino molto bello, intuitivo e semplice da gestire, tiravo belle curve in carving in pista, e fuori ti accompagnava senza problemi ovunque.... a Cervinia, il 1 maggio, muro sul lato sinistro del canale del Teodulo, discesa sotto il vallone della diga... qualunque neve trovi, lo sci ti asseconda, basta saperci stare sopra. E confermo che le punte e le code più morbide ti facilitano molto sia l'inserimento, sia lo svincolo, senza che s'incaglino, e non ho avvertito quell'"effetto cucchiaio" tipico dei twintip, e che tanto mi dava fastidio sui miei vecchi Scratch. Uno sci molto ben riuscito, che ti rende tutto più facile, infondendoti al contempo stabilità e sicurezza! Attenzione, però... la peculiarità strutturale di questo sci, può far sì che una volta abituati ad esso, ci si mette ai piedi uno sci più tradizionale, rigido in spatola e in coda, può darvi la spiacevole sensazione di non saper più sciare! A parte questo, l'unica perplessità è dovuta al topsheet, che in particolare in punta e in coda mi è parso piuttosto delicato.
Concludo dicendo che questo sci, se scelto della lunghezza opportuna, si rivela tutt'altro che esigente e stancante, coniugando un limite prestazionale comunque alto a una maneggevolezza e una versatilità superiori alla media (per quel poco che ho provato di sci di questo tipo).
Questo sci ha vinto il titolo di "Gear of the Year" della rivista SKI Magazine.
-Sci provati (tra gli allmountain/freeride):
Head Monster 78 e 82 e John94
Rossignol B3 e Scratch BC WRS
Voelkl Sanouk
-Caratteristiche sci:
sciancratura 134-100-125 sia il 179 che il 186
raggio 17,2 il 179
raggio 18,9 il 186
Non amo gli sci troppo duri, quelli montati troppo centrali, cercavo uno sci con cui sostituire i Rossignol Scratch BC WRS le cui code, troppo lunghe, mi davano fastidio, e li trovavo un po' sordi in alcune situazioni
PREMESSA: avevo trovato una proposta per i LINE Prophet 100 da 179, della stagione 07/08... sapendo che un amico (Helix) li ha anche lui, però da 186 stagione 08/09 e montati Duke, gli chiedo come ci si è trovato, per avere un feedback, e lui mi dice: "i miei li devo vendere, se vuoi te li faccio provare"... detto, fatto, li prendo e li provo a Cervinia, il 25 aprile.
LINE PROPHET 186, attacco MARKER DUKE:
Sono intimorito dalla lunghezza (sono alto 172), lo sci però si dimostra maneggevole, con una spiccata tendenza a chiudere le curve, ma ciò che più apprezzo è il suo modo di trasmettere le ondulazioni del terreno, che è dolce e sensibile al tempo stesso... ti permette di sentire come è il terreno sotto i piedi, ma ammortizzando e filtrando le sconnessioni del terreno, sensazione molto differente da quella fornita dal mio Rossignol Scratch BC WRS, più secca e incline al saltellamento sullo sconnesso.
Pur rimanendo di indole docile, è uno sci che devi saper capire, e condurre nel modo giusto, altrimenti si dimostra poco incline alle forzature... non è insomma uno sci ignorante, ma richiede di essere guidato come si deve, e a quel punto si trasforma, diventa più maneggevole e leggero sotto i piedi. In qualunque condizione ti trovi, trasmette sempre una sensazione di sicurezza, sia che ti trovi su fondo duro piallato dal vento, sia che ti trovi sulla crosta da vento (dove devi comunque essere ben saldo di gambe per comandarlo).
Fuoripista su spazi aperti, è agile nei cambi e ti consente di sciarci stando abbastanza centrali (merito del suo particolare flex, più morbido in punta e in coda, ma rigido quel tanto che basta per tenere le traiettorie anche in presenza di neve lavorata dal vento, se stai sciando correttamente ti infonde una grande sicurezza e ti permette di solcare il terreno con facilità, in qualunque situazione esso si trovi, senza incertezze e sussulti di sorta... uno sci che ti chiede tanto, e ti dà tanto! Ho seguito il DOC e Chef scendendo da Punta Rollin, dove il primo tratto, più pianeggiante, era parecchio lavorato dal vento e disseminato ovunque di sastrugi... ma stando "presente" sullo sci, questo li fendeva senza problemi...
Un'altra cosa che ho apprezzato molto di questo sci, è la sua coda, che pur essendo rialzata, non mi ha per nulla impacciato e infastidito, con un comportamento molto neutrale e naturale nello svincolo, a differenza di quanto avviene coi miei Scratch. L'attacco (nel mio caso Marker Duke) è stato montato in modo che il centro dello scarpone si trovasse indietro di 2 cm rispetto al mid sole.
Alla sera, il maggior impegno fisico richiesto (rispetto al Rossignol Scratch) si fa sentire: sono tutto rotto e indolenzito, e mi trascino pesantemente in quel di Aosta, dove sono uscito con Capt. Crash e Koala...
L'indomani, in previsione di usarlo poco causa nebbia, mi convinco a rimettermelo ai piedi. A La Thuile incontriamo Kirama e il suo amico Alberto, c'è un nebbione che si può affettare col coltellino di Garmont, ma Kirama da cononoscitore provetto ci porta in mezzo ai boschetti dell'Arnouvaz, su terreno ondulato con una decina di cm di neve fresca. Qui i Prophet si sono dimostrati molto più maneggevoli del previsto, più ci prendi la mano e più ti portano ad osare, basta guidarli con decisione, ci stai fisicamente sempre ben sopra e riesci ad aggirare i tronchi con una rapidità e una facilità inusitata per i suoi 186 cm. E, in presenza di fondo sconnesso, già trifolato e indurito dal rigelo notturno, ricoperto da uno strato di 5 cm di neve fresca, non si scompone più di tanto. Grandissimo sci!
CONCLUSIONI:
Il suo particolare flex, morbido in punta e coda e più rigido, ma non di molto, in centro, unita alla tecnologia Metal Matrix fanno sì che questo sci si adatti molto bene alle svariate situazioni, con una sensazione di solidità che trasmette sicurezza in ogni frangente, è uno sci abbastanza esigente dal punto di vista tecnico, se viene "strapazzato" tende a diventare stancante e a perdonare poco gli errori, ma se si inizia a impostare bene la propria sciata, ecco che lo sci diventa via via più leggero e ti permette, senza quasi che te ne accorgi, di arrivare facilmente ai tuoi limiti e ad osare più di quanto avresti immaginato. Consigliato a sciatori con una tecnica molto buona, e una discreta gamba, abituati a "stare sempre sopra" allo sci, alla ricerca di uno sci "totale", con un flex non troppo morbido nè troppo rigido.
Unico problema, lo sci in mio possesso aveva la soletta piuttosto lenta... ma quand'è che 'sti cavolo di friminchiaraiser capiranno che è importante avere una soletta molto scorrevole ANCHE (e direi anche SOPRATTUTTO!!!) su uno sci da freeride, dove lunghi tratti di scorrimento potrebbero presentarsi... è una critica all'amico Helix, anche se ultimamente mi sembra aver compreso l'importanza e la comodità di avere una soletta ben scorrevole...
Colgo l'occasione per ringraziarlo di cuore per la disponibilità e l'opportunità offertami
LINE PROPHET 179, attacco MARKER GRIFFON:
Alla fine, ho deciso di prendere il Prophet da 179... anche questo con l'attacco montato 2 cm indietro rispetto al mid sole. Questo sci ha confermato le ottime qualità del suo fratello da 186, ma si è dimostrato molto più leggero (anche perchè aveva i Griffon al posto dei Duke, che sono dei bei mattoni!!), un giocattolino molto bello, intuitivo e semplice da gestire, tiravo belle curve in carving in pista, e fuori ti accompagnava senza problemi ovunque.... a Cervinia, il 1 maggio, muro sul lato sinistro del canale del Teodulo, discesa sotto il vallone della diga... qualunque neve trovi, lo sci ti asseconda, basta saperci stare sopra. E confermo che le punte e le code più morbide ti facilitano molto sia l'inserimento, sia lo svincolo, senza che s'incaglino, e non ho avvertito quell'"effetto cucchiaio" tipico dei twintip, e che tanto mi dava fastidio sui miei vecchi Scratch. Uno sci molto ben riuscito, che ti rende tutto più facile, infondendoti al contempo stabilità e sicurezza! Attenzione, però... la peculiarità strutturale di questo sci, può far sì che una volta abituati ad esso, ci si mette ai piedi uno sci più tradizionale, rigido in spatola e in coda, può darvi la spiacevole sensazione di non saper più sciare! A parte questo, l'unica perplessità è dovuta al topsheet, che in particolare in punta e in coda mi è parso piuttosto delicato.
Concludo dicendo che questo sci, se scelto della lunghezza opportuna, si rivela tutt'altro che esigente e stancante, coniugando un limite prestazionale comunque alto a una maneggevolezza e una versatilità superiori alla media (per quel poco che ho provato di sci di questo tipo).
Questo sci ha vinto il titolo di "Gear of the Year" della rivista SKI Magazine.