Sci ripido, sci estremo, alpinismo: psicologicamente significa che non sei "completo"

Fabio

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Staff Forum
Sci ripido, sci estremo, alpinismo: psicologicamente significa che non sei "completo"

Steep visto da una psicologa

La prima cosa che ha detto, da psicologa, sugli atleti è stata del tipo: sono persone incomplete che non hanno superato il momento in cui una persona deve strafare per sentirsi vivo (impennate con il motorino, sballate del sabato sera, e tipiche cazzate da 18 - 22 enne circa).

Mi ha detto che sono persone che riescono a "sentirsi" solamente quando fanno queste cose estreme e che chi lo fa probabilmente è perchè non ha completato una fase della crescita. Ora io sto dicendo queste cose con parole da non esperto ma il succo del discorso è quello.

Non capivo e capisco il senso di quelle frasi. Secondo me c'è dell'altro che spinge alcuni alpinisti a rischiare anche la vita per conquistare una vetta o scendere un canalone. Però poi ci ho riflettuto su e non ho saputo dirmi cosa è questa spinta.

Ed è uscita una bella domanda: queste persone come si sentono quando il fisico non permetterà più a loro di provare queste emozioni?

Per esempio Shane e Seth cosa faranno a 50 anni? Saranno felici e beati o disperati?

Cosa spinge una persona a rischiare la propria vita per una discesa? Non me lo ero mai chiesto seriamente. E' forse una mancanza di crescita mentale oppure è l'opposto? Ovvero una evoluzione del pensiero che dopo aver raggiunto la crescita standard prosegue verso la ricerca del "di più"?

Facciamo questo "gioco".
Secondo voi come valuterebbe uno psicologo le discese di Steep?
 
il fatto che mi pare di aver capito è che nessuno di questi grandi atleti riesce a spiegare esattamente cosa li spinge a fare certe imprese, riescono, chi più chi meno, ad esprimere alcuni concetti di libertà e adrenalina con parole diverse...
 
Stefano De benedetti ha detto:
l'ho spirito dello sci alpinismo che mi ha abbandonato ( ed io credo la consapevolezza raggiunta ,o come ha detto una volta Manolo,la paura costruttiva che diventa disagio)si è posato su altri...
Per farla breve,forse la psicologa ha ragione,o forse devi sentire un certo fuoco nello stomaco guardando un costone ,una vetta od un canale,perchè per te essere lì è meraviglioso,come lo è prepararti ad un tipo di progetto,binocolare,attendere,partire con le tue picche nella notte,fare la prima curva,controllare la paura,prendere il ritmo,sentirti un tutt'uno con il pendio,accarezzarlo con la mano,arrivare in fondo,tornare alla realtà come in trance ed andare a dormire la notte seguente in uno stato che non si può descrivere.Svegliarti al mattino e posare inesorabilmente gli occhi su qualchemeraviglioso altro versante.
Lo scialpinismo,non è il freeride e non è il freeetyle (con grandissimo rispetto parlando),lo sci alpinismo ripido è il piacere di salire una via,trovarti in quel posto severo ed estetico e poi grazie a delle capacità tecniche usare gli sci per discenderlo.
 
C'è anche un'altra frase di Stefano de Benedetti che colpiace:
"A chi mi chiede xchè ho smesso... dico che l'ho fatto perchè guardandomi attorno... i miei amici... coloro con cui sciavo... erano morti tutti, Boiven, Valencant, Gouvy..."

E poi la frase di Ed la dice lunga... che cosa ne capisce una psicologa che se tutto va bene avrà visto massimo le torri del Sella ma proprio se le è andata molto bene... e non prendetemi alla lettera su quest'ultima parte, cercate di capire cosa intendo, ma ne ho le palle piene di questi professoroni che vogliono liquidare i comportamenti umani doversi, borrderline, come quelli di un gruppo di scemi poco cresciuti!
 
Io invece ritengo che sarabbe interessante ed affascinante capire il perchè alcune persone vadano a rischiare la vita.
 
Sulla domanda: "cosa faranno a 50 anni?"

Dille di farsi una chiacchera con un certo Sylvan Saudan... oppure con Yve Detry o con Anselme Baud...

E tu Fabio abbandona x un attimo i panni del ricercatore/scienziato e ragiona un po' di meno perchè certi comportamenti non necessitano di essere spiegati se non si decate nel turbine di quelle che sentenziano se sia giusto o meno andare sul Nanga Parbat e propongono di vietare l'Alpinismo pericoloso...
 
Io invece ritengo che sarabbe interessante ed affascinante capire il perchè alcune persone vadano a rischiare la vita.[/QUOTE]

Vedi!!!!!
E' qui il vostro errore, pensare che rischino la vita perchè tu giudichi, tu o chi simile a te, ma ciò che loro fanno a loro giudizio ha un limite di rischio diverso dal tuo... non so se mi sono spiegato!
Provo con un esempio: se uno non è capace a sciare e si cimenta in un posto anche solo leggermente esposto è ovvio che rischi parecchio...
Se uno è come Boiven è ovvio che sul Nant Blanc rischia ma non così tanto...
Quindi il rischiare la vita è molto soggettivo...
 
ragazzi, putroppo il compito che si e' dato la psicologia e', astrarre, generalizzare per schemattizzare, con un buon grado di errore nel catalogare per forza ogni comportamento nelle stesse fenomenologie.

enrico;490425... Quindi il rischiare la vita è molto soggettivo...[/QUOTE ha detto:
giusto, a mio modo di vedere rischia piu la vita sua e degli altri il pirla polacco alcolizzato semincapace che viene giu a cannone in mezzo alla pista affollata di bambini al sabato. quelli si che sono da psicoanalizzare!
 
quoto il discorso di enrico...
dopo aver letto il libro di Mark Twight...non posso che quotare anche se erano cose che nella mia scarna vita alpinistica avevo già in parte capito...

è solo un modo per far diventare al di fuori dalla normalità voluta e quindi soggetti da non imitare per una società ormai "omogeneizzata" (cit.) a grande fratello e isola dei famosi e calciatori e veline...
 
E tu Fabio abbandona x un attimo i panni del ricercatore/scienziato e ragiona un po' di meno perchè certi comportamenti non necessitano di essere spiegati se non si decate nel turbine di quelle che sentenziano se sia giusto o meno andare sul Nanga Parbat e propongono di vietare l'Alpinismo pericoloso...
Ciccino bello xbbx
io sono per promuovere l'alpinismo e spesso vado a farmi passeggiate per vaji e posti della minkia rischiando la vita... ma io so perchè lo faccio.

La discussione l'ho proposta per discutere, appunto. Se non ti va di parlarne "next thread" o "previous thread". Ogni 10 discussioni su quanto flette un K2 Seth Armin Frereride fashio Axe 149 mettiamone una un po' strana :D Non trovi?

Ripeto, io sono rimasto colpito che una persona che ha a che fare con la terapia psichiatrica dopo 20 secondi di film abbia esclamato "questi sono incompleti, devono ancora fare il passo dei 20 anni" anzichè esprimere come tutte le altre persone "questi sono pazzi, questo sono matti, ma se cadono che succede etc".

Ed anche tu Enrico, guarda anche quello che immediatamente non si vede. Guarda oltre a volte, specialmente quando scrivo io.

vista da un altro punto di vista allora perchè fare ogni giorno la A4 per andare al lavoro e non prendere il treno?
Non è paragonabile. La A4 uno se la spara per lavoro (con il treno su 5 giorni arrivi puntuale 1 e puzzi come un cane). Ricercare con ossessione il giorno giusto per scendere un monte che se sbagli muori è diverso.

Io non sto giudicando, personalmente mi pare la cosa più comune di questo mondo andare in posti in cui se sbagli si muore, però escludendo le persone affezionate ai forum un po' così, nel mondo comune la maggioranza ritiene non sia una faccenda comune.
 
quoto il discorso di enrico...
dopo aver letto il libro di Mark Twight...non posso che quotare anche se erano cose che nella mia scarna vita alpinistica avevo già in parte capito...

è solo un modo per far diventare al di fuori dalla normalità voluta e quindi soggetti da non imitare per una società ormai "omogeneizzata" (cit.) a grande fratello e isola dei famosi e calciatori e veline...

Non farmi iniziare a quotare Twight che non finamo più :D

Ecco, fai leggere alla psicologa Confessioni di un serial climber ... anzi, no, altrimenti si rischia di contorcerle ulteriormente le idee ... :D
 
Ah una precisazione. Parto dal presupposto che le persone che intendono qui discutere siano così intelligenti da accettare opinioni diverse anche senza condividerle.
Sembra invece che poichè la frase è stata detta da una psicoterapeuta alcuni partano con -100 punti negatività nei confronti di quella opinione. Paura di sentire opinioni differenti da quelle che si amano sentire?

E poi la frase di Ed la dice lunga... che cosa ne capisce una psicologa che se tutto va bene avrà visto massimo le torri del Sella ma proprio se le è andata molto bene... e non prendetemi alla lettera su quest'ultima parte, cercate di capire cosa intendo, ma ne ho le palle piene di questi professoroni che vogliono liquidare i comportamenti umani doversi, borrderline, come quelli di un gruppo di scemi poco cresciuti!
Cosa importa che conoscano la montagna. Un psicoterapeuta giudica un comportamento... e di un pilota di aerei, e di un alpinista estremo, e di un sacerdote, e di un impiegato delle poste.
ma ne ho le palle piene di questi professoroni che vogliono liquidare i comportamenti umani doversi, borrderline, come quelli di un gruppo di scemi poco cresciuti!
Ammazz che visione paradisiaca che hai della ricerca :D
 
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