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Quoto... un errore anche se si è preparati può sempre arrivare... e quando sei al limite non c'è spazio o tempo per rimediare...cometpowder ha detto:Nè l'uno ne l'altra. Forse entrambe.
Quoto freevarco, al quale mi sento vicino per progetti, però, pur non volendo riaprire ferite recenti e tutt'altro che rimarginate, quanti ripensamenti. Gli "amici" caduti non son in genere turisti del week end. Fossero stati a casa magari sarebbero qui a cazzeggiare sul forum, ma, ma ,ma...
Gente preparata ad affrontare e gestire il rischio. Nessuno è preparato a cadere. Nessuno a casa è tantomeno preparato.
Morale: boh? La variabile indipendente è il culo. Per il resto parliamo di veri professionisti, quindi impossibile giudicare per loro. Posso capirli, vorrei sciare linee più ripide di quelle che ho percorso ma se ciò accadrà, spero, sia un evento sporadico non un modo, sistematico, per sentirmi vivo.
Un detto che spesso rieccheggia negli ambienti alpinistici recita che "il miglior alpinista è quello che muore di vecchiaia", e forse dovremmo trovare il modo di veicolarlo anche nel nostro ambiente per evitare il matellamento, a senso unico verso l'effimero, la performance e la mitizzazione dell'"estremo".
freevarco ha detto:secondo me enrico 1.nulla ha un limite...solo che un tone valeruz o un fede neg hanno affrontato la vita e lo sci in una maniera altra gente in modo diverso...io ti dico la verità credo che quest anno proverò a fare qualcosa2. la preparazione fisica c'è e lo sento dentro la voglia l'adrenalina di nuove emozioni...trovare 3. qualche socio che condivida con me le prime esperienze su terreni ripidi sarebbe il massimo...andare per gradi ovvio importante è essere consapevoli di avere preparazione 4. fisica tecnica e conoscere i propi limiti credo che non mi manchino questi tre fattori il resto bisogna volerlo e crearselo...
cmq concordo con enrico pero che c'è da dire che5. la fortuna ci vuole...tanta tanta gente pur essendo super preparata ci ha lasciato le penne...
enrico ha detto:freevarco ha detto:secondo me enrico 1.nulla ha un limite...solo che un tone valeruz o un fede neg hanno affrontato la vita e lo sci in una maniera altra gente in modo diverso...io ti dico la verità credo che quest anno proverò a fare qualcosa2. la preparazione fisica c'è e lo sento dentro la voglia l'adrenalina di nuove emozioni...trovare 3. qualche socio che condivida con me le prime esperienze su terreni ripidi sarebbe il massimo...andare per gradi ovvio importante è essere consapevoli di avere preparazione 4. fisica tecnica e conoscere i propi limiti credo che non mi manchino questi tre fattori il resto bisogna volerlo e crearselo...
cmq concordo con enrico pero che c'è da dire che5. la fortuna ci vuole...tanta tanta gente pur essendo super preparata ci ha lasciato le penne...
1. Io invece credo che tutto abbia un limite, per lo meno tutto ciò che vogliamo o vorremmo sperimentare in montagna, il limite di ognuno è diverso ed è dettato da diverse situazioni, vedesi che qualcuno fa la nord del lyskamm e NON la trova difficle invece altri la trovano impossibile. Il imite è quando ci si accorge che "oltre" non si torna pèiù indietro.
Il limite è quando ci si accorge di non poter tornare indietro e capita in tutte le discese ripide, a un certo punto ti accorgi che in su non puoi più tornare... e lì... in quel momento passi il primo0 limite... l'altro limite non auguro mai a nessuno di passarlo è quando ti accorgi e credo che te ne accorgi che non c'è più nulla da fare e stai andando inevitabilmente in contro alla morte...
2. Parli di preparazione e di sentirti pronto... ne sono sicuro che lo sei però ti chiedo una cosa: sei anche sicuro di saperti tirar fuori da una situazione di panico per te e per un eventuale socio, tipo se lui o se tu cadi in un crepo e devi prestare il primo soccorso? Oppure fare manovre di corda per calarti su neve istabile o su ghiaccio a causa di un'errata valutazione del pendio... sappi che son cose che capitano.
3. Verrei Io molto volentieri con te perchè credo che l'affinità che si sviluppa con un socio con cui inizi a fare le prime esperienze è quella che ti rimane per la vita, però anche qui ATTENZIONE perchè non sei solo tu a scegliere il socio ma sei anche tu che devi venir scelto perchè legarsi in cordata o intraprendere un esperienza di sci ripido con un compagno è una cosa "forte" perchè di fatto sei molto "legato" al tuo compagno e ciò che succede a te succede di riflesso anche a lui e viceversa.
4. Idem come il 2.
Nel senso che non basta la preparazione alla tecnica sciistica e la preparazione fisica (che per altro aiutano molto) perchè intraprendere lo sci ripido per poco ripido che sia comunque lo si fa in ambienti di alta quota in cui è necessario anche altro...
5. Io non ho mai parlato di forutna, anzi secondo me in certe cose poco è lasciato al caso... anche se poi più che di fortuna si deve parlare di sfortuna come ci insegnano gli ultimi tragici incidenti di questo 2007...
Per concludere io credo che che la ricerca dei nosri limiti ci porti a volte a fare cose straordinarie che poi in futuro spesso non avremo più il coraggio, la lucidità, l'irrazionalità, per ripeterle.
Quindi ognuno ha i suoi temp e le sue paure e le sue cognizioni per dire se e quando ha superati il suo limite qualunque esso sia.