DISCESE ESTREME coraggio o pazzia

fra

New member
vorrei sapere un po' cosa ne pensate.
Questi personaggi amanti del rischio o cercatori di adrenalina secondo voi sono dei fuori di zucca o no? Cosa ne pensate?
 
Sono passioni, ognuno ha le sue, e non vanno giudicate.. ognuno fa quel che ama fare! Per me, se potessi, se ne avessi le capacità, andrei ovunque.. Il freeride è la cosa che amo di più..
 
Tutto parte dalla passione, per divertimento...poi secondo me molti di loro hanno sicuramente poco da perdere, perchè il mio parere personale è che se hai qualcuno a cui tieni non puoi fare certe cose!
Cmq, tanto di cappello!!!
 
Se uno non ha paura di fare la discesa è coraggioso, mentre se ha paura è evidentemente un pazzo (ovviamente :lol: )
Il coraggioso dovrebbe teoricamente aver compreso in quale modo affrontare la discesa :D
 
Pazzia no!
Solo molta consapevolezza dei propri limiti.

Chi è pazzo si butta senza cognizione tecnica e senza alcuna preparazione.

Chi invece si prepara per tutta una vita per un impresa non è pazzo è temerario, è conscio dei pri limiti, è un avventuriero nel senso stretto del termine!
 

.

No,non è pazzia è solo passione, che on il passare del tempo di porta a spingere sempre piu in la i tuoi limiti.
 
secondo me enrico nulla ha un limite...solo che un tone valeruz o un fede neg hanno affrontato la vita e lo sci in una maniera altra gente in modo diverso...io ti dico la verità credo che quest anno proverò a fare qualcosa la preparazione fisica c'è e lo sento dentro la voglia l'adrenalina di nuove emozioni...trovare qualche socio che condivida con me le prime esperienze su terreni ripidi sarebbe il massimo...andare per gradi ovvio importante è essere consapevoli di avere preparazione fisica tecnica e conoscere i propi limiti credo che non mi manchino questi tre fattori il resto bisogna volerlo e crearselo... :D

cmq concordo con enrico pero che c'è da dire che la fortuna ci vuole...tanta tanta gente pur essendo super preparata ci ha lasciato le penne... :(
 
Tanta passione e tanta follia, sono scelte, punti di vista su cui secondo me non si può discutere.

Ognuno decide quanto rischiare ed è giusto così... certo deve esserene consapevole, ci sono persone che rischiano senza saperlo e senza sapere quello che fanno e quello andrebbe evitato.
 
Nè l'uno ne l'altra. Forse entrambe.
Quoto freevarco, al quale mi sento vicino per progetti, però, pur non volendo riaprire ferite recenti e tutt'altro che rimarginate, quanti ripensamenti. Gli "amici" caduti non son in genere turisti del week end. Fossero stati a casa magari sarebbero qui a cazzeggiare sul forum, ma, ma ,ma...
Gente preparata ad affrontare e gestire il rischio. Nessuno è preparato a cadere. Nessuno a casa è tantomeno preparato.
Morale: boh? La variabile indipendente è il culo. Per il resto parliamo di veri professionisti, quindi impossibile giudicare per loro. Posso capirli, vorrei sciare linee più ripide di quelle che ho percorso ma se ciò accadrà, spero, sia un evento sporadico non un modo, sistematico, per sentirmi vivo.
Un detto che spesso rieccheggia negli ambienti alpinistici recita che "il miglior alpinista è quello che muore di vecchiaia", e forse dovremmo trovare il modo di veicolarlo anche nel nostro ambiente per evitare il matellamento, a senso unico verso l'effimero, la performance e la mitizzazione dell'"estremo".
 
cometpowder ha detto:
Nè l'uno ne l'altra. Forse entrambe.
Quoto freevarco, al quale mi sento vicino per progetti, però, pur non volendo riaprire ferite recenti e tutt'altro che rimarginate, quanti ripensamenti. Gli "amici" caduti non son in genere turisti del week end. Fossero stati a casa magari sarebbero qui a cazzeggiare sul forum, ma, ma ,ma...
Gente preparata ad affrontare e gestire il rischio. Nessuno è preparato a cadere. Nessuno a casa è tantomeno preparato.
Morale: boh? La variabile indipendente è il culo. Per il resto parliamo di veri professionisti, quindi impossibile giudicare per loro. Posso capirli, vorrei sciare linee più ripide di quelle che ho percorso ma se ciò accadrà, spero, sia un evento sporadico non un modo, sistematico, per sentirmi vivo.
Un detto che spesso rieccheggia negli ambienti alpinistici recita che "il miglior alpinista è quello che muore di vecchiaia", e forse dovremmo trovare il modo di veicolarlo anche nel nostro ambiente per evitare il matellamento, a senso unico verso l'effimero, la performance e la mitizzazione dell'"estremo".
Quoto... un errore anche se si è preparati può sempre arrivare... e quando sei al limite non c'è spazio o tempo per rimediare...
 
mah raga' la vita mica solo e' minimizzare i rischi..
se fosse cosi' nessuno dovrebbe mai usar la macchina..
se fosse cosi' chi avrebbe mai pensato di mettersi due legni ai piedi e scendere da pendii ghiacciati??
se fosse cosi' chi l'avrebbe scoperta l'america?


tuttti i giorni ci prendiamo dei rischi e, per definizione di rischio, qualche volta purtroppo ci va male..

ora quando rischio uno decida di prendersi e' essenzialmente affar suo (a meno che non metta in pericolo gli altri) e non sta a noi giudicare se sia piu' o meno fuori di testa.. ma in ogni caso teniamo presente 2 cose:

1) il rischio non ha solo a che vedere con la difficolta' effettiva della cosa ma anche con la preparazione di chi la fa (probabilmente ho rischiato piu' io, sciatore della domenica, a fare la mezdi stiverno che un semi-professionista come Sodano a fare la nord del lyskam stestate)

2) Di solito quelli che si prendono piu' rischi sono quelli che rendono piu' servizi all'umanita'.. secondo me (restando in ambito sciistico) e' grazie a dei risk lover come valeruz (uno a cui e' andata bene) o holzer (uno a cui e' andata male) che oggi relativamente tanti sciatori (basta vedere quanti ce ne sono qui nel forum) possono provare delle emozioni fantastiche che 30 anni fa erano riservate a pochissimi

saluti a tutti
f.
 
freevarco ha detto:
secondo me enrico 1.nulla ha un limite...solo che un tone valeruz o un fede neg hanno affrontato la vita e lo sci in una maniera altra gente in modo diverso...io ti dico la verità credo che quest anno proverò a fare qualcosa2. la preparazione fisica c'è e lo sento dentro la voglia l'adrenalina di nuove emozioni...trovare 3. qualche socio che condivida con me le prime esperienze su terreni ripidi sarebbe il massimo...andare per gradi ovvio importante è essere consapevoli di avere preparazione 4. fisica tecnica e conoscere i propi limiti credo che non mi manchino questi tre fattori il resto bisogna volerlo e crearselo... :D

cmq concordo con enrico pero che c'è da dire che5. la fortuna ci vuole...tanta tanta gente pur essendo super preparata ci ha lasciato le penne... :(


1. Io invece credo che tutto abbia un limite, per lo meno tutto ciò che vogliamo o vorremmo sperimentare in montagna, il limite di ognuno è diverso ed è dettato da diverse situazioni, vedesi che qualcuno fa la nord del lyskamm e NON la trova difficle invece altri la trovano impossibile. Il imite è quando ci si accorge che "oltre" non si torna pèiù indietro.
Il limite è quando ci si accorge di non poter tornare indietro e capita in tutte le discese ripide, a un certo punto ti accorgi che in su non puoi più tornare... e lì... in quel momento passi il primo0 limite... l'altro limite non auguro mai a nessuno di passarlo è quando ti accorgi e credo che te ne accorgi che non c'è più nulla da fare e stai andando inevitabilmente in contro alla morte...

2. Parli di preparazione e di sentirti pronto... ne sono sicuro che lo sei :D però ti chiedo una cosa: sei anche sicuro di saperti tirar fuori da una situazione di panico per te e per un eventuale socio, tipo se lui o se tu cadi in un crepo e devi prestare il primo soccorso? Oppure fare manovre di corda per calarti su neve istabile o su ghiaccio a causa di un'errata valutazione del pendio... sappi che son cose che capitano.

3. Verrei Io molto volentieri con te perchè credo che l'affinità che si sviluppa con un socio con cui inizi a fare le prime esperienze è quella che ti rimane per la vita, però anche qui ATTENZIONE perchè non sei solo tu a scegliere il socio ma sei anche tu che devi venir scelto perchè legarsi in cordata o intraprendere un esperienza di sci ripido con un compagno è una cosa "forte" perchè di fatto sei molto "legato" al tuo compagno e ciò che succede a te succede di riflesso anche a lui e viceversa.

4. Idem come il 2.
Nel senso che non basta la preparazione alla tecnica sciistica e la preparazione fisica (che per altro aiutano molto) perchè intraprendere lo sci ripido per poco ripido che sia comunque lo si fa in ambienti di alta quota in cui è necessario anche altro...

5. Io non ho mai parlato di forutna, anzi secondo me in certe cose poco è lasciato al caso... anche se poi più che di fortuna si deve parlare di sfortuna come ci insegnano gli ultimi tragici incidenti di questo 2007...

Per concludere io credo che che la ricerca dei nosri limiti ci porti a volte a fare cose straordinarie che poi in futuro spesso non avremo più il coraggio, la lucidità, l'irrazionalità, per ripeterle.
Quindi ognuno ha i suoi temp e le sue paure e le sue cognizioni per dire se e quando ha superati il suo limite qualunque esso sia.
 
enrico ha detto:
freevarco ha detto:
secondo me enrico 1.nulla ha un limite...solo che un tone valeruz o un fede neg hanno affrontato la vita e lo sci in una maniera altra gente in modo diverso...io ti dico la verità credo che quest anno proverò a fare qualcosa2. la preparazione fisica c'è e lo sento dentro la voglia l'adrenalina di nuove emozioni...trovare 3. qualche socio che condivida con me le prime esperienze su terreni ripidi sarebbe il massimo...andare per gradi ovvio importante è essere consapevoli di avere preparazione 4. fisica tecnica e conoscere i propi limiti credo che non mi manchino questi tre fattori il resto bisogna volerlo e crearselo... :D

cmq concordo con enrico pero che c'è da dire che5. la fortuna ci vuole...tanta tanta gente pur essendo super preparata ci ha lasciato le penne... :(


1. Io invece credo che tutto abbia un limite, per lo meno tutto ciò che vogliamo o vorremmo sperimentare in montagna, il limite di ognuno è diverso ed è dettato da diverse situazioni, vedesi che qualcuno fa la nord del lyskamm e NON la trova difficle invece altri la trovano impossibile. Il imite è quando ci si accorge che "oltre" non si torna pèiù indietro.
Il limite è quando ci si accorge di non poter tornare indietro e capita in tutte le discese ripide, a un certo punto ti accorgi che in su non puoi più tornare... e lì... in quel momento passi il primo0 limite... l'altro limite non auguro mai a nessuno di passarlo è quando ti accorgi e credo che te ne accorgi che non c'è più nulla da fare e stai andando inevitabilmente in contro alla morte...

2. Parli di preparazione e di sentirti pronto... ne sono sicuro che lo sei :D però ti chiedo una cosa: sei anche sicuro di saperti tirar fuori da una situazione di panico per te e per un eventuale socio, tipo se lui o se tu cadi in un crepo e devi prestare il primo soccorso? Oppure fare manovre di corda per calarti su neve istabile o su ghiaccio a causa di un'errata valutazione del pendio... sappi che son cose che capitano.

3. Verrei Io molto volentieri con te perchè credo che l'affinità che si sviluppa con un socio con cui inizi a fare le prime esperienze è quella che ti rimane per la vita, però anche qui ATTENZIONE perchè non sei solo tu a scegliere il socio ma sei anche tu che devi venir scelto perchè legarsi in cordata o intraprendere un esperienza di sci ripido con un compagno è una cosa "forte" perchè di fatto sei molto "legato" al tuo compagno e ciò che succede a te succede di riflesso anche a lui e viceversa.

4. Idem come il 2.
Nel senso che non basta la preparazione alla tecnica sciistica e la preparazione fisica (che per altro aiutano molto) perchè intraprendere lo sci ripido per poco ripido che sia comunque lo si fa in ambienti di alta quota in cui è necessario anche altro...

5. Io non ho mai parlato di forutna, anzi secondo me in certe cose poco è lasciato al caso... anche se poi più che di fortuna si deve parlare di sfortuna come ci insegnano gli ultimi tragici incidenti di questo 2007...

Per concludere io credo che che la ricerca dei nosri limiti ci porti a volte a fare cose straordinarie che poi in futuro spesso non avremo più il coraggio, la lucidità, l'irrazionalità, per ripeterle.
Quindi ognuno ha i suoi temp e le sue paure e le sue cognizioni per dire se e quando ha superati il suo limite qualunque esso sia.

d'accordissimo con te mai cose piu veritiere...pero credo che si parta per gradi...certo uno non prende subito in considerazione pendi estremi ripidi esposti su ghiacciaio...tutto va per gradi...pian piano col passare del tempo...e io lo ripeto fino alla nausea fretta nn ne ho...ci sono canali lineari tra i 1500 e i 2500 metri ripidi senza subito andare su ghiacciaio corde calate in doppia crepacci....tutto ha suo tempo...pero uno deve iniziare deve provare se no rimarra frenato per tutta la vita...
i questi giorni sono ammalato quindi sono a casa dal lavoro e cercando ho visto che in vallèè ci sono canali molto carini con tratti sui 45° vedi canale delle piure o la sud est del berio-blanc, couloir emma in val grisa o la discesa dal velan...sono discese non estreme particolari con buon dislivelli ma non estreme e non su terreno glaciale e secondo me si deve partire cosi...cmq meglio se con una persona al fianco gia esperta e con un livello superiore al tuo... :D poi l'affinità e l'affiatamento si crea con passare delle uscite alzando sempre pian piano il livello... :roll:
 
bravo freevarco

Ti vogliamo così !!

EuroSki6.JPG
 
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