mi sembra una reazione esagerata, dopotutto son sempre clienti.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/02_Febbraio/08/norussi.shtml
Kitzbühel si ribella: «Troppi russi, ora basta» «Non più del 10 per cento, sono rumorosi e maleducati»
E si apre una crisi diplomatica
KITZBÜHEL (Tirolo) - Non più del 10 per cento del totale di tutti turisti potrà essere russo. Questa la direttiva dell'associazione turistica di Kitzbühel arrivata a tutti gli esercizi ricettivi della località invernale austriaca. La decisione segue le numerose polemiche dei mesi scorsi sul numero sempre maggiore di clienti provenienti dalla Russia e dall'Est Europa che popolano non solo le piste da sci ma sono sempre più interessati anche ad acquistare terreni, hotel e case-vacanza. "Ci siamo trasformati in meno di due stagioni nella Mosca del Tirolo", ha commentato un albergatore della zona. "Ne va anche del buon nome di Kitzbühel", ha detto il primo cittadino Klaus Winkler. "Saranno tutti ricchissimi e hanno anche la voglia di spendere, ma questa clientela non sempre sà come comportarsi", ha detto la direttrice dell'ente turistico locale Renate Danler all'emittente austriaca ORF. Kitzbühel rinomata località medioevale in Tirolo è da decenni famosa per i suoi alberghi e ritrovi lussuosi, nonchè per le piste da sci e l'annuale Coppa de Mondo sulla Hahnenkamm con la sua pista Streif. Kitzbühel, a 1.712 metri sopra il livello del mare conta 8.500 abitanti e l'intera economia gira in estate e durante l'inverno attorno al turismo.
Dalle statistiche riguardanti gli arrivi e i pernottamenti in tutto il Tirolo si evince che il numero di clienti dalla Russia, dall'Ucraina e in generale dai paesi dell'Est è aumentato in questi primi mesi invernali di oltre il 20 per cento rispetto alla stagione passata. Le prime reazioni alla "quota russa" arrivano dall'Associazione che raccoglie gli albergatori austriaci: "E' un'idea assurda fare queste selezioni", ha detto il presidente Sepp Schellhor. Della spinosa questione si è occupato anche il quotidiano inglese "The Guardian" titolando: "No room at the plush Austrian inn für Russians and their rubles" (Nessuna camera in Austria per i russi e i loro rubli"). L'articolo del giornale descrive la vita notturna della clientela russa e dell'est, dedita il più delle volte a festeggiare ed a ubriacarsi, definendoli anche "maleducati". L'eco è arrivato in poche ore fino a Mosca tramite l'agenzia di stampa russa RIAN che ha dato grande risalto alla notizia. "Per quale motivo le Alpi austriache non vogliono la clientela russa?", è stato anche il tema dibattuto dalla radio Echo Moskwy con numerosi interventi telefonici di ascoltatori indignati. "In Austria non siamo i benvenuti", scrive invece il russo Delowaja gazeta wsgljad. Smentita nel frattempo la notizia di un'iniziativa diplomatica da parte dell'ambasciata di Mosca a Vienna per risolvere la questione. Dopo il polverone che si è sollevato, il presidente dell'associazione turistica, Christian Harisch, parla di "malinteso", aggiungendo che "naturalmente ogni turista, da qualsiasi parte del mondo esso provenga, da noi è benvenuto".
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/02_Febbraio/08/norussi.shtml
Kitzbühel si ribella: «Troppi russi, ora basta» «Non più del 10 per cento, sono rumorosi e maleducati»
E si apre una crisi diplomatica
KITZBÜHEL (Tirolo) - Non più del 10 per cento del totale di tutti turisti potrà essere russo. Questa la direttiva dell'associazione turistica di Kitzbühel arrivata a tutti gli esercizi ricettivi della località invernale austriaca. La decisione segue le numerose polemiche dei mesi scorsi sul numero sempre maggiore di clienti provenienti dalla Russia e dall'Est Europa che popolano non solo le piste da sci ma sono sempre più interessati anche ad acquistare terreni, hotel e case-vacanza. "Ci siamo trasformati in meno di due stagioni nella Mosca del Tirolo", ha commentato un albergatore della zona. "Ne va anche del buon nome di Kitzbühel", ha detto il primo cittadino Klaus Winkler. "Saranno tutti ricchissimi e hanno anche la voglia di spendere, ma questa clientela non sempre sà come comportarsi", ha detto la direttrice dell'ente turistico locale Renate Danler all'emittente austriaca ORF. Kitzbühel rinomata località medioevale in Tirolo è da decenni famosa per i suoi alberghi e ritrovi lussuosi, nonchè per le piste da sci e l'annuale Coppa de Mondo sulla Hahnenkamm con la sua pista Streif. Kitzbühel, a 1.712 metri sopra il livello del mare conta 8.500 abitanti e l'intera economia gira in estate e durante l'inverno attorno al turismo.
Dalle statistiche riguardanti gli arrivi e i pernottamenti in tutto il Tirolo si evince che il numero di clienti dalla Russia, dall'Ucraina e in generale dai paesi dell'Est è aumentato in questi primi mesi invernali di oltre il 20 per cento rispetto alla stagione passata. Le prime reazioni alla "quota russa" arrivano dall'Associazione che raccoglie gli albergatori austriaci: "E' un'idea assurda fare queste selezioni", ha detto il presidente Sepp Schellhor. Della spinosa questione si è occupato anche il quotidiano inglese "The Guardian" titolando: "No room at the plush Austrian inn für Russians and their rubles" (Nessuna camera in Austria per i russi e i loro rubli"). L'articolo del giornale descrive la vita notturna della clientela russa e dell'est, dedita il più delle volte a festeggiare ed a ubriacarsi, definendoli anche "maleducati". L'eco è arrivato in poche ore fino a Mosca tramite l'agenzia di stampa russa RIAN che ha dato grande risalto alla notizia. "Per quale motivo le Alpi austriache non vogliono la clientela russa?", è stato anche il tema dibattuto dalla radio Echo Moskwy con numerosi interventi telefonici di ascoltatori indignati. "In Austria non siamo i benvenuti", scrive invece il russo Delowaja gazeta wsgljad. Smentita nel frattempo la notizia di un'iniziativa diplomatica da parte dell'ambasciata di Mosca a Vienna per risolvere la questione. Dopo il polverone che si è sollevato, il presidente dell'associazione turistica, Christian Harisch, parla di "malinteso", aggiungendo che "naturalmente ogni turista, da qualsiasi parte del mondo esso provenga, da noi è benvenuto".